Fase 3 dal 18 maggio: con la conferenza stampa di Giuseppe Conte nella serata del 16 maggio, è stato ufficializzato l’inizio di una nuova fase, che possiamo chiamare fase 3 dell’emergenza, in cui il Paese inizia a ripartire.
Le nuove disposizioni entrano in vigore lunedì 18 maggio 2020 e dureranno fino al 31 luglio 2020.
Libertà di spostamenti, riapertura di tutte le attività e ripresa dei campionati sportivi: ecco tutte le regole da conoscere per la vita nella fase 3 dell’emergenza coronavirus.
Il primo punto del nuovo decreto stabilisce che tutte le restrizioni precedenti vengono annullate. Rimane la possibilità di una riadozione nel caso in cui, in alcune aree del Paese, dovesse aggravarsi la situazione dei contagi.
Gli spostamenti saranno quindi liberi, ma in ambito regionale. Fino al 2 giugno 2020 saranno vietati gli spostamenti in una regione diversa, se non per esigenze di lavoro, urgenza o motivi di salute.
Dal 3 giugno quindi via libera anche agli spostamenti fuori regione, a meno che in alcune zone non dovesse ripresentarsi un rischio epidemiologico alto.
Spostamenti verso l’estero vietati fino al 2 giugno 2020, con qualunque mezzo, se non per esigenze di lavoro, urgenza o motivi di salute.
Dal 3 giugno 2020 invece si aprono le frontiere, quindi spostamenti liberi e senza autocertificazione. Rimane l’eventualità di adottare nuove restrizioni per zone in caso di aggravamento del bilancio contagi. Sono esclusi, da queste limitazioni, gli spostamenti da e per gli stati di San Marino e Città del Vaticano.
Chi si trova in quarantena è ancora obbligato a non spostarsi dalla propria abitazione. La misura termina se viene accertata la guarigione o il ricovero in una struttura adibita allo scopo. L’autorità sanitaria provvede ad applicare la quarantena precauzionale per le persone che sono state a stretto contatto con soggetti contagiati.
Divieto nella fase 3 gli assembramenti nei luoghi pubblici. Per quanto riguarda tutti gli eventi con la partecipazione di molte persone, il decreto specifica le regole da seguire per renderli possibili.
Fra questi gli spettacoli di ogni tipo, quindi sportivi, ludici, fieristici, convegni e conferenze che si svolgono alla presenza di un pubblico. Tutte le riunioni devono avvenire nel rispetto della distanza sociale minima di un metro.
Anche le funzioni religiose rivolte al pubblico si possono svolgere. Ciò avviene nel rispetto delle regole che Governo e confessioni religiose hanno stipulato per stabilire le misure preventive del rischio di contagio.
Anche nella fase 3, l’ultima parola spetta al sindaco del singolo Comune, che ha facoltà di chiudere aree pubbliche nel caso in cui sia impossibile rispettare la distanza sociale e il divieto di assembramento.
Tutte le scuole continuano le loro attività nelle modalità che il decreto specifica. Anche le attività economiche, sociali e produttive possono riprendere secondo il rispetto dei protocolli e le linee guida pubblicate dai canali ufficiali.
Ciascuna Regione adotta i propri protocolli di sicurezza per la riapertura delle attività, in assenza dei quali valgono quelli stabiliti a livello nazionale.
Ogni Regione, infine, deve assicurare un corretto e costante monitoraggio dello stato dei contagi, dal quale dipenderà un eventuale ritorno a misure più severe.