Con il rispetto massimo per il Comitato scientifico, in una situazione come quella che stiamo vivendo, per aver il quadro completo della situazione, pensiamo sia ‘fondamentale’ ascoltare anche il parere degli uomini schierati ‘in prima linea’, coloro che misurano quotidianamente – e fisicamente – quanto sta accadendo negli ospedali del Paese: gli infermieri.
“Stiamo ancora aspettando le mascherine Ffp3”
Così, mentre forse ci si illude che di qui a poco scatterà un ‘allentamento’ (ma come vedremo non sarà cosi), gli infermieri si professano invece contrari: ”Altro che fase 2, al Nord permane il caos organizzativo: le mascherine Ffp3 sono introvabili e le Ffp2 scarseggiano. E gli infermieri continuano ad infettarsi“. A lanciare l’inquietante grido d’allarme è il Nursing Up, sindacato degli infermieri, alla luce di un video-confronto avuto proprio stamane con tute le strutture regionali e territoriali del Nord. “L’incontro – rivelano dal sindacato – si è reso necessario a causa delle continue segnalazioni che ci sono giunte da parte dei colleghi che operano in trincea, nonostante le molteplici rassicurazioni di fonte politica degli ultimi giorni”. Come tiene a far sapere il sindacato degli infermieri, è vero che si registrano lievi miglioramenti ma, tengono a precisare, accadono ancora “fatti gravi”. Fra le tante, non sono poche, il Nursing Up fa notare come, ancora oggi, in tutte le regioni interessate dai picchi dell’epidemia, le ‘famose’ mascherine Ffp2 (che proteggono contro l’aerosolizzazione, le ‘goccioline’ espulse dai contagiati), sono pressoché introvabili Di contro, spiegano, “le Ffp3 non garantiscono gli stessi livelli di protezione contro il rischio di infezione da aerosolizzazione, vengono erogate con il contagocce”.
“Proclami.. i problemi organizzativo-gestionali irrisolti”
Ciò che però sorprende, visto il momento, è che, denunciano i sindacalisti, ”Dalla riunione delle delegazioni territoriali è emersa una realtà variegata e schizoide, caratterizzata da proclami di fonte politica che accreditano come risolti, problemi organizzativo-gestionali dell’emergenza che, alla prova dei fatti, non sono stati affatto risolti. Per questo – invocano gli infermieri – torniamo a chiedere ancora una volta che le istituzioni centrali si impegnino con gli organismi rappresentativi delle professioni sanitarie, affinché vengano poste e rispettate delle regole che trovino concreta applicazione nella pratica organizzativo-gestionale quotidiana degli enti sanitari“.
“Fateci operare in sicurezza il rischio è troppo alto”
Dunque attenzione, raccomanda Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri: ”Altro che fase 2, se proseguiamo così mai ci arriveremo. È necessario consentire agli operatori sanitari di operare in reale sicurezza. Lo Stato garantisca la meticolosa e puntuale applicazione dei precetti che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro da parte di tutte le aziende sanitarie locali, indipendentemente dal territorio dove le stesse si trovano. Non è più tollerabile questo pericoloso balletto di comportamenti organizzativi”.
Max