Non tutti sono poi così felici delle prime aperture e degli alleggerimenti delle restrizioni dal generale lockdown voluto dal governo per fronteggiare l’emergenza della pandemia da coronavirus.
Almeno questo è quello che sembrerebbe venire fuori dalle analisi di alcuni psichiatri secondo i quali un folto numero di italiani avrebbe paura o timore di un ritorno alla normalità. Ecco in particolare che cosa dicono questi esperti della psichiatria e su cosa verterebbe questa problematica di tanti concittadini trovatisi a combattere prima col virus e con l’isolamento, e poi con le conseguenze di entrambe, sia economicamente che socialmente.
Fase 2, gli psichiatri: Un milione di italiani teme il ritorno alla normalità
Secondo alcuni psichiatri ci sarebbe circa un milione gli italiani affetto dalla “sindrome della capanna” che temono di tornare ad una vita normale.
In questo inizio 2020 siamo stati colpiti da una situazione unica e inimmaginabile a causa del coronavirus. Il timore di essere contagiati dal Covid-19, l’impossibilità di uscire di casa e di andare a lavoro e la paura di poter fare ammalare chi amiamo: sono alcuni degli effetti che stanno martoriando la psiche di tantissimi italiani.
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Tutti, chi più chi meno, ne pagano un certo prezzo. E di sicuro le conseguenze della pandemia hanno lasciato segni sulla psiche di tutti gli italiani al di là delle differenze di carattere, di personalità, di estrazione sociale e di approccio alla vita.
C’è chi ha patito un lutto o ha avuto familiari o amici che hanno rischiato la morte: loro, come tutti gli operatori sanitari subiranno ovviamente una qualche forma di sindrome da stress post traumatico. E poi vi è chi ha vissuto da esterno la situazione potrebbe sviluppare la “sindrome della capanna”.
Ma che cosa è esattamente, di cosa parliamo?
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Fase 2, psichiatri: rischio di sindrome della capanna per gli italiani. Cos’è
Si tratta secondo gli esperti del timore di tornare alla normalità. I soggetti che ne patiscono il peso sono spaventati dalle conseguenze di un eventuale contagio, e vorrebbero ancora a lungo rimanere in casa, un luogo che per il momento li ha tenuti al sicuro.
Stando alla Società Italiana di Psichiatria, potrebbero circa un milione gli italiani che hanno sviluppato il timore del ritorno alla normalità.
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In una recente intervista a ‘Tgcom 24’, Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda – Presidenti del Sip – hanno chiarito il concetto: “Stiamo percependo un numero enorme di persone in difficoltà per la paura di affrontare la vita precedente, uscire di nuovo e lasciare la casa che è diventata un rifugio che li ha protetti e tenuti al sicuro dal coronavirus“.
Secondo molti esperti si tratta di una reazione normale dopo due mesi di quarantena e dopo aver vissuto una situazione di stress come quella attuale.
Gli esperti infine allertano che questo timore potrebbe portare a delle conseguenze: “Ma se il disagio si protrae per più di tre settimane ed è acuito dall’incertezza verso il futuro, dalla preoccupazione per la situazione economica e per la precarietà del lavoro, in un caso su tre aumenta il rischio di sviluppare nel tempo veri e propri disturbi mentali, come la depressione maggiore, gli attacchi di panico e disturbi dell’adattamento”.
Per evitare l’aggravarsi delle paure, occorre secondo gli esperti affrontare le proprie paure e qualora non si riesca a superare insonnia, frustrazione, ansia e irascibilità è fortemente incoraggiato e suggerito che ci si rivolga ad un esperto, anche magari indirizzati dal proprio medico curante o dalla Asl di riferimento.
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