Ad ore arriverà in bella mostra sugli scaffali delle librerie ‘La mossa del cavallo’, il nuovo libro scritto da Matteo Renzi, edito da Marsilio Editore.
Un lavoro che promette di far parlare di sé sin dalle prime pagine dove, a cuore aperto il leader di Italia Viva ‘confessa’ che “Fare accordi con i 5 Stelle umanamente mi disgustava e ancora mi disgusta: hanno detto di me e della mia famiglia cose terribili, mi hanno insultato sul piano personale, senza comprendere quanto queste ondate di fango facciano male a chi ti sta vicino“.
Da persona profonda ed intelligente quale è (anche se purtroppo a molti ‘antipatico per quello ‘stizzoso’ modo di porsi), Renzi si mette a nudo ripercorrendo, non senza dolore, anche i momenti brutti della sua giovane ma intensa carriera politica: “La mia vicenda dimostra che in questo paese chiunque può farcela o, almeno, può giocarsela. Ero l’uomo più potente d’Italia, non lo sono più. Questo non mi ha procurato né depressione né nostalgia, ma insegna tanto, credetemi. Gli stessi che prima elemosinavano una parola, un sms, uno sguardo sono spariti. Centinaia di beneficiati hanno ricevuto, osannato, adulato, e poi, all’improvviso, si sono scoperti critici del giorno dopo, professionisti dell’’eh, lo avevo sempre pensato io’, esperti nelle altrui autocritiche. Davanti a questo, hai due possibilità: puoi lasciarti andare alla rabbia o imparare la canzone degli Oasis ‘Don’t Look Back in Anger’ e sorridere al mondo”.
Poi la ‘massima’ frutto di esperienze che ancora bruciano sulla sua pelle: ”Sorridete e ripartite, perché l’avvenire ha tanto da regalare: noi non siamo cantori del passato, ma costruttori di futuro”. “La mia rapida ascesa – spiega in un altro passaggio – la mia ripida discesa mi hanno insegnato che io non valgo per ciò che gli altri pensano di me, ma per ciò che sono”.
Interessante poi, sempre nel capitolo dedicato ai giovani, e titolato ‘Lettera della partenza’, quando Renzi racconta: “Ho viste le lacrime scendere sul volto delle persone a cui voglio bene travolte da fake news e odio. Eppure, quando c’è stato da fare il governo, ho accettato di votare la fiducia a chi mi ha insultato. Sono forse insensibile alle lacrime? Certamente no. Ma la politica si fa con i sentimenti, non con i risentimenti”…
Dolori riflessioni, in parte immaginabili. Ora però, alla luce di questa ‘pubblica confessione’, soprattutto nei confronti del M5s, il leader di Italia viva troverà finalmente il coraggio di lavorare per il Paese, piuttosto che continuare a mantenere in equilibrio questo traballante governo?
Max