(Adnkronos) – Tre quarti delle imprese venete sono a controllo familiare e in Veneto risiede il 16% dei grandi gruppi familiari italiani con oltre 1 mld di fatturato. Le imprese familiari regionali hanno superato con successo gli anni della pandemia: rispetto al 2019 hanno aumentato i ricavi del 9,3%, generato maggior valore aggiunto per quasi il 15% e creato nuova occupazione (+2,3%). 44 imprese familiari venete mostrano livelli di diversity superiori alla media ma solo, il 37,7% del totale ha almeno un terzo dei consiglieri donna in CdA e solo 1 su 4 ha un consigliere con meno di 40 anni, continua a crescere l’incidenza di imprese guidate da leader con più di 70 anni. Sono alcuni dati portati all’edizione 2023 del Family Business Forum, il più importante momento di confronto in Italia dedicato alle imprese familiari, in corso oggi e domani a Padova e che vede la partecipazione tra gli altri di Bper Banca come partner.
“Il tema principale è quello delle relazioni tra le persone – ha dichiarato Maria Silvia Sacchi, ideatrice e direttrice del Fbf- Perché se in una famiglia non funzionano le relazioni si possono avere qualunque tipo di patto, di governance, di regola. Ma se la relazione personale non funziona, i patti poi vengono infranti. Dopodiché parliamo di tutte le questioni tecniche e quindi di tutte le soluzioni che esistono per le famiglie per regolare i propri rapporti patrimoniali. E poi diamo una serie di input che riguardano la persona in generale. Quindi parliamo, dell’inclusione, del disagio dei giovani, di tutte quelle cose che impattano sulla persona e quindi che riguarda la famiglia, la persona in quanto famiglia imprenditoriale. Ma parliamo anche della persona in quanto collaboratore dipendente fornitore, perché questa è l’essenza della dell’impresa familiare”.
Il capitalismo familiare è un tratto saliente della nostra economia, ha un forte legame con il territorio che si traduce in attenzione al ruolo sociale che l’impresa è chiamata a svolgere con un forte legame con i lavoratori che dell’azienda sono il capitale umano.
Il Veneto è la culla italiana del capitalismo familiare. Il 74% di imprese con fatturato superiore ai 20 milioni di euro è guidato dalle famiglie, percentuale che supera l’81% per quelle più piccole, inoltre oltre un quinto delle imprese familiari venete (21,8%), tra il 2013 e il 2023 ha affrontato o affronterà il passaggio generazionale. “Impresa familiare non vuol dire che ci sia soltanto la famiglia – ha proseguito Sacchi – anzi, quando parliamo di grandi famiglie noi pensiamo che ci sono grandi manager. Esiste il management che spesso manda avanti tutta la gestione. La famiglia dovrebbe dare le indicazioni strategiche, quindi non sono due cose in contrasto. È chiaro che ci sono ancora tante aziende, soprattutto le più piccole, dove la figura dell’imprenditore e la figura del manager coincidono, ma con la crescita delle dimensioni e con il passaggio delle generazioni, certamente c’è una sempre maggior presenza manageriale anche nelle imprese minori”.
Il Veneto conta 2.183 imprese con fatturato superiore ai 20 milioni di euro che generano un fatturato di 189 miliardi di euro e un valore aggiunto di circa 545 miliardi di euro. Di queste, tre quarti sono imprese a controllo familiare, rappresentando l’asse portante dell’economia del territorio con un’incidenza maggiore rispetto alla media nazionale (73,5% vs 65%). Stiamo parlando di 1.604 aziende che nel 2023 hanno generato ricavi per 114 miliardi di euro (seconde dietro alla Lombardia), valore aggiunto per 26 miliardi di euro (terze in Italia) e che occupano 335 mila dipendenti. Rispetto al 2019 le aziende familiari venete hanno aumentato i ricavi del 9.3%, generato maggior valore aggiunto per quasi il 15% e creato nuova occupazione (+2,3%), dimostrando di aver messo alle spalle definitivamente gli anni della pandemia e di saper affrontare con determinazione le sfide dell’economia globale. È questo il quadro tracciato dall’Osservatorio Aub dell’Università Bocconi che sarà presentato nel corso dell’evento. La parte accademica del Forum è, infatti, coordinata da Guido Corbetta, professore ordinario di Strategia delle aziende familiari all’Università Bocconi, e grazie al contributo di Fabio Quarato, docente dell’Università Bocconi e coordinatore dell’Osservatorio Aub.
Proseguendo nell’analisi, l’Osservatorio rileva come in Veneto risiedano circa il 16% dei gruppi familiari italiani con fatturato superiore al miliardo di euro (18 gruppi su un totale di 113) che rappresentano un patrimonio di conoscenza e “saper fare” che sta alla base della nostra cultura d’impresa. Tra le aziende familiari della Regione si rileva una maggiore concentrazione di aziende attive nel manifatturiero (54,1%) – ed in particolare alimentare, meccanica e prodotti in metallo -, seguito da commercio all’ingrosso (16,1%), commercio al dettaglio (4,5%), commercio di autoveicoli (4,3%) a conferma la vocazione manifatturiera e industriale del territorio.
La leadership delle aziende familiari venete rimane saldamente nelle mani dei componenti della famiglia (80% nelle piccole aziende e il 68% di quelle con fatturato superiore a 50 milioni di euro), in linea con la media italiana, solo il 20% ha aperto a una leadership non familiare ed in particolare il 39,2% predilige una leadership collegiale rispetto al 21,2% ha inserito un Presidente Esecutivo o il 20,7% che ha assunto un AD singolo.
Un tema aperto resta quello dell’anzianità dei leader, ovvero delle aziende che ancora non hanno considerato o preparato il passaggio generazionale ai figli, in veneto infatti circa il 30% delle imprese familiari è guidata da un leader con più di 70 anni un dato superiore alla media nazionale (30,4% vs 26%).
In Italia, le aziende familiari con livelli di diversity più elevati nei 4 indicatori (1 componente non familiare, almeno il 33% di donne nel CdA, almeno un 1 under 40 e non più di un over 75) raggiungono performance superiori con un tasso di crescita dei ricavi annui del +1,3% e Ebitda margin in crescita del +1,7%. Il Veneto rappresenta un’eccezione positiva con 44 imprese che mostrano livelli di diversity superiori alla media su tutti e quattro gli indicatori, ma con ancora ampi margini di miglioramento. Infatti, solo un’impresa familiare su 4 ha almeno un consigliere con meno di 40 anni (rispetto al 26,4% della media nazionale), il 37,7% ha almeno un terzo dei consiglieri donna in CdA, il 51,8% ha almeno un componente non familiare (vs il 60,1% di quelle italiane) e 1 azienda su 10 ha più di un consigliere con oltre 75 anni di età. Se si considera il quadro europeo, il Veneto conta 138 gruppi familiari nella classifica delle prime 1000 aziende familiari per ricavi delle vendite tra queste solo il 25,8% ha almeno un terzo di consiglieri donna rispetto al 40,9% della Francia e il 36,9% della Spagna, peggio fa solo la Germania con solo il 15,7%. A partire da questi dati, dunque, si articolerà il dibattito nel corso del Family Business Forum che vedrà la partecipazione di alcuni dei più importanti imprenditori e manager italiani e di autorevoli esponenti del mondo accademico, con l’obiettivo di creare uno spazio aperto di condivisione e riflessione sulle molteplici questioni che il tessuto economico italiano, di cui il capitalismo familiare è l’ossatura, è chiamato oggi ad affrontare.