Fame, Martina (Fao): “Conflitti e crisi climatica aggravano situazione”

(Adnkronos) – “Negli ultimi anni, purtroppo, abbiamo assistito ad uno spaventoso peggioramento delle condizioni dell’insicurezza alimentare globale per effetto di tre grandi criticità: l’impatto dei conflitti, l’effetto del cambiamento climatico e situazioni assolutamente impreviste e straordinarie come la pandemia”. Lo sottolinea all’AdnKronos Maurizio Martina, direttore generale aggiunto della Fao, l’organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, a proposito della 19esima edizione del Ghi, l’Indice globale della fame curato ogni anno da Cesvi, l’organizzazione umanitaria italiana. “Soprattutto nei paesi in via di sviluppo, siamo impegnati a lavorare con le istituzioni e con i governi all’implementazione di progetti concreti che riescano a gestire meglio la resilienza delle comunità locali – spiega Martina – Per farlo, è fondamentale impegnare più risorse finanziarie da parte dei Paesi più forti verso i Paesi più fragili, per fare in modo che questi progetti, che si focalizzano su diverse aree strategiche, possano appunto essere implementati”. 

“Parlo di gestione dell’acqua, di gestione delle crisi climatiche, di trasformazione dei sistemi allevatoriali e di altri interventi fondamentali al servizio delle comunità locali, come la forestazione e le politiche per la pesca sostenibile. Non è facile, ma questo è il nostro compito fondamentale oggi – aggiunge il vice direttore generale della Fao – Stiamo lavorando anche nella Striscia di Gaza in condizioni difficilissime, grazie anche al contributo del Governo italiano attraverso l’iniziativa ‘Food for Gaza’. Fino a qualche mese fa 400.000 persone anche nella Striscia di Gaza vivevano sostanzialmente di agricoltura e di allevamento domestici. Il nostro compito è quello di provare a supportare queste realtà con attività di emergenza, per fare in modo che non si distrugga completamente anche questa agricoltura di sussistenza, che ha sempre dato una mano alla sicurezza alimentare di quel territorio e di quelle comunità. Speriamo di poter lavorare di più e meglio, anche a partire dai prossimi giorni, ma la situazione è estremamente complicata”.  

“Oggi solo il 4% circa dell’intera finanza climatica mobilitata nel mondo è destinata alla trasformazione dei sistemi agricoli alimentari. È troppo poco, se noi vogliamo in futuro dei sistemi agricoli alimentari più resilienti, più sostenibili, abbiamo bisogno di mobilitare innanzitutto più risorse finanziarie per sostenere questa trasformazione – conclude – Dalla prossima Cop 29 noi ci aspettiamo un’accelerazione degli impegni operativi concreti. Si sono dette tante cose, si sono assunti anche importanti impegni generali. Ora bisogna concretizzarli il più rapidamente possibile. Più noi perdiamo tempo più rischiamo di distruggere una parte dei nostri sistemi agricoli alimentari”.