(Adnkronos) – “Pensavo di partire chiedendo scusa non solo ai tifosi bianconeri, ma a tutti tifosi del mondo del calcio e dello sport per l’errore ingenuo che ho fatto”. E’ quanto scrive, in una storia su Instagram, il centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli, all’indomani del patteggiamento con la procura della Figc che lo ha squalificato per 7 mesi più 5 di pene alternative per aver scommesso sul calcio.
“Invece no, sono obbligato a partire con lo schifo che scrivono su di me giornali, persone solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità… – scrive in una storia successiva il 22enne piacentino – O forse meglio, solo per conquistare due visualizzazioni in più. Presto parlerò”.
Il centrocampista della Juventus è stato squalificato per 12 mesi per le scommesse illegali. Nell’ambito dell’accordo con la procura federale della Figc, 5 mesi previsti dalla sanzione sono stati “commutati in prescrizioni alternative”. Al giocatore, inoltre, è stata comminata un’ammenda di 12.500 euro. La squalifica è destinata a scadere il 17 maggio, poco prima della chiusura del campionato di Serie A che terminerà il 26 maggio 2024: la stagione di Fagioli con la maglia della Juventus, che non gioca le coppe europee, si chiude qui.
Fagioli è uno dei 3 calciatori coinvolti sinora nell’inchiesta della procura di Torino con Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. Per gli atleti, si ipotizza il reato di esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa in quanto nel corso di un’indagine sarebbe emerso che avrebbero effettuato puntate su piattaforme non autorizzate. Tonali, passato in estate dal Milan al Newcastle, oggi è stato ascoltato dal pm Manuela Perrotta e dagli investigatori della Squadra mobile.
Il ‘patteggiamento’ di Fagioli nell’ambito della giustizia sportiva potrebbe indicare la strada anche per gli altri atleti coinvolti nella vicenda. Nelle ultime ore, gli inquirenti avrebbero completato le copie forensi dei telefoni cellulari sequestrati a Tonali e Zaniolo nei giorni scorsi dalla polizia e quindi nelle prossime ore dovrebbe cominciare l’esame dei dispositivi e, in particolare, il contenuto delle diverse chat. Al momento nulla fa pensare ad elementi riconducibili alla prova sportiva e ad oggi, infatti, l’ipotesi di reato contestata resta esclusivamente quella di esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa.