Nellambito di un percorso volto a garantire una maggior sicurezza in ambito di anti terrorismo, la piattaforma Facebook ha instaurato nuovi codici relativi a nuovi step per luso dei live. Si tratta di specifici paletti volti e impedire lutilizzo illecito e inverecondo della funzione live del social network e in particolare prevenire o colpire con maggior chiarezza coloro che violano le regole del social stesso, andando in particolare, tra le altre cose, ad intervenire sulla policy dei gruppi e degli individui pericolosi.
Facebook, nuovi step antiterrorismo. Nuovi blocchi ai live dopo gli attacchi in Nuova Zelanda
Tutto nasce dallesigenza di maggior sicurezza che Facebook ha avvertito come prioritari immediatamente dopo gli attacchi terroristici nei riguardi delle due moschee in Nuova Zelanda e, purtroppo, trasmessi su Facebook live. In questo senso la nota piattaforma social network andrà da oggi a favorire un maggior controllo circa questa funzione. A parlarne è stato di fatto proprio Facebook, che ha sottoscritto una nuova intesa dal valore di 7,5 mln di dollari con tre atenei degli Stati Uniti per favorire un miglioramento dellapporto tecnologico al fine di riuscire a scovare video e immagini lavorati in modo tale da riuscire a scampare ai controlli e arrivare ad essere postati in seguito, come è successo con il caso di Christchurch. Da oggi, chiariscono da Fb “chiunque violerà le nostre politiche più serie sarà limitato nelluso del Live per un certo periodo di tempo, ad esempio 30 giorni, a partire dalla prima violazione”. La collaborazione con le tre università americane, nella fattispecie The University of Maryland, Cornell and The University of California, Berkeley tenderà dunque ad acuire i controlli e limitare il più possibile gli abusi in tal senso. Come è noto, del resto, in questi giorni Facebook è particolarmente attiva nelle realizzazioni di iniziative e operazioni tali non solo da ridurre drasticamente abusi di stampo terroristico delle proprie funzionalità specifiche, ma anche quelli legati alla diffusione di false notizie. Come quelle delle 23 pagine che Facebook ha chiuso perché producevano fake news e avevano un giro di circa 2,5 milioni di follower.