“Mi usano come capro espiatorio, sia Facebook sia Cambridge Analytica”, ma la verità è che tutti sapevano tutto e tutti “ritenevamo di agire in modo perfettamente appropriato” dal punto di vista legale. Alexander Kogan, accademico americano figlio despatriati sovietici e docente di psicologia a Cambridge, non ci sta rimanere con il cerino in mano sullo scandalo del momento. E replica dai microfoni di Bbc Radio 4. E lui, attraverso una sua app, luomo che ha raccolto ed elaborato i dati di 50 milioni di utenti di Facebook per poi passarli a Cambridge Analytica, società di consulenza e propaganda politica impegnata fra laltro nel 2016 a sostenere la campagna presidenziale di Donald Trump. Ma nega di aver ingannato chiunque. E mette inoltre in dubbio che quei dati possano aver avuto davvero un ruolo chiave nella vittoria di Trump.
La premier conservatrice britannica Theresa May giudica “molto preoccupanti” i sospetti sullabuso dei dati di milioni di utenti nei confronti di Facebook e della società britannica di consulenza politica Cambridge Analytica. Incalzata nel Question Time dal capogruppo indipendentista scozzese, Ian Blackford, May ha incoraggiato lauthority per la tutela dei dati personali a indagare come annunciato e ha ammonito Fb e Ca a collaborare. Mentre ha negato che il suo partito abbia “contratti in essere” di consulenza con Cambridge Analytica.
Facebook ancora in calo allavvio delle contrattazioni a Wall Street. I titoli del social media perdono l1,92% con lo scandalo Cambridge Analytica. Nelle ultime due sedute Facebook ha bruciato 49 miliardi di dollari di capitalizzazione, quanto il valore di Tesla.