Secondo il vicepresidente di Facebook Ime Archibong, Facebook ha dato accesso ai dati degli utenti ai costruttori di dispositivi mobili al solo scopo di portare il social network sui diversi smartphone esistenti, in un periodo in cui non cerano i negozi di app.
La dichiarazione è una risposta al New York Times per il quale FB avrebbe stipulato accordi con almeno 60 produttori. I costruttori hanno “firmato accordi che impedivano luso delle informazioni” per scopi diversi, scrive, e hanno chiesto il consenso degli utenti.
Facebook spiega. “Nei primi giorni del mobile non cerano negozi di app, quindi aziende come Facebook, Google, Twitter e YouTube dovevano lavorare direttamente con i produttori di sistemi operativi e dispositivi per portare i loro prodotti nelle mani delle persone”.
“Nellultimo decennio – afferma il manager Archibong – circa 60 aziende li hanno utilizzati, tra cui Amazon, Apple, Blackberry, HTC, Microsoft e Samsung”. “Dato che queste API hanno consentito ad altre società di ricreare lesperienza di Facebook, le abbiamo controllate in modo stretto sin dallinizio. Questi partner hanno firmato accordi che impedivano lutilizzo delle informazioni degli utenti per scopi diversi”, sottolinea Archibong. Inoltre “i partner non potevano integrare le informazioni nei dispositivi senza il permesso dellutente”. “Contrariamente alle affermazioni del New York Times, le informazioni degli amici, come le foto, erano accessibili sui dispositivi solo quando le persone decidevano di condividere le proprie informazioni con quegli amici”, prosegue il manager, che rimarca: “Non siamo a conoscenza di eventuali abusi da parte di queste aziende”.