Dopo Twitter anche Facebook ha censurato un post del presidente Usa Donald Trump. Facebook ha rimosso dalla pagina del suo team alcuni annunci elettorali perché hanno violato la politica del social media contro l’odio organizzato.
Nello spot si affermava che “i pericolosi gruppi di sinistra” stanno seminando il panico e distruggendo le città e si invitavano gli elettori del tycoon a sostenere la sua battaglia contro il movimento antifa. Fino a qui tutto normale. Peccato che in fondo al post pubblicitario c’era un triangolo rosso rivolto verso il basso.
Il triangolo rosso rovesciato identificava i prigionieri politici nei campi di concentramento durante il nazismo. Mark Zuckerberg, fondatore di Fb, ha commentato così la vicenda: “Non permettiamo simboli che rappresentano organizzazioni e ideologie ispirate all’odio senza che siano contestualizzati o oggetto di condanna”.
Tim Murtaugh, il portavoce della campagna elettorale di Trump, ha provato a spiegare, si spera, il malinteso: “Il triangolo rosso rovesciato è un simbolo usato dal movimento antifa, quindi è stato incluso in un annuncio su antifa”.
Nell’ultimo mese i social media come Twitter e Facebook, storicamente piuttosto restii nel ‘bannare’ i post di politici, hanno iniziato a segnalare i contenuti di incitamento all’odio ritenuti inappropriati. Sarà una battaglia giuridica tra chi difende a spada tratta la libertà di espressione sui social e chi accusa queste piattaforme media per aver polarizzato il linguaggio politico.
Mario Bonito