“Io guadagno molto e so qual è il valore del denaro, so bene cosa vuol dire la vita vera. Io pago le tasse restituendo fino all’ultima lira secondo il metodo concepito dalla società di oggi. Non capisco perché non pagare le tasse non debba essere considerato come una rapina in banca, persino peggio. Non c’è un giornale che si sia chiesto quanto ha fatto guadagnare il programma… E’ curioso…”
Prossimo al ritorno in tv, su Raidue, dopo quello che definisce esser stato “un anno difficile”, reso ancora più duro dagli attacchi di Salvini (afferma di averne contati ben 100), Fabio Fazio riparte con ‘Che tempo che fa’, raccontando a Radio Capital il suo ‘Calvario’: “Se ho ricevuto insulti per strada? Solo uno, il miracolo è quello. Ho una vita normalissima, i figli a scuola, al lavoro in bicicletta… C’è stata una sensazione di grande simpatia da parte del paese reale. Senza fare speculazioni noiose, ho imparato molto in quest’ultimo anno. Sono in Rai da 36 anni, è stata una bella lezione”. Tuttavia, aggiunge, in questi ultimi periodi, ha avuto anche modo di “scoprire quelli che non ti sono più amici, quelli che fanno finta di non averti visto. Il mio problema era fare bene il programma e fare ascolto, è stato un anno difficile. Raiuno ha fatto una media di quasi 4 milioni di persone con un programma di parola per quasi 3 ore e mezzo, che costava un terzo di qualunque fiction”. In particolare, spiega ancora Fazio, “una discussione che mi ha coinvolto enormenente e sorprendentemente è stata quella sul denaro. Il tema vero era la discussione sulla tv pubblica e sul fatto che debba stare o meno sul mercato. Il denaro ormai inizia a misurare il privilegio e non il merito. D’altra parte, è come se si chiedesse ad una squadra di Formula 1 di far guadagnare molto meno ad un pilota che cerca di vincere una gara”.
Ad ogni modo ora le cose sono cambiate, e Raidue rappresenta l’occasione migliore per ricominciare a lavorare con serenità: “esco dalla logica di dover vincere la serata, posso tornare a fare un programma che spero produca sorprese. Ci vuole del tempo per far sapere che siamo su un’altra rete, la domenica poi è la giornata peggiore vista la concorrenza. Se arrivassimo alla fine dell’anno all’8% – conclude – di media sarei molto felice”.
Max