La prima grande sfida del prossimo nuovo sindaco di Roma sarà completare la candidatura della Capitale per l’Expo del 2030. Un’occasione per rilanciare il volto della città anche a livello internazionale. I tempi però sono stretti, il dossier andrà inviato entro il prossimo 29 ottobre, pochi giorni dopo la nomina del nuovo primo cittadino.
Non sarà un’impresa facile: Roma dovrà vedersela con la capitale dell’Arabia Saudita, Ryad, e con Busan, città della Corea del Sud. Ci saranno da convincere 120 paesi stranieri ad appoggiare la candidatura capitolina, e andranno trovati ingenti finanziamenti tra i privati. Uno dei primi sforzi del prossimo sindaco, chiunque sia, sarà formare una task force per la candidatura di Roma.
A formare la squadra saranno giuristi, diplomatici, urbanisti, esperti di finanza e ingegneri. L’expo del 2030, l’esposizione universale che toccherà un tema globale e di interesse generale per tutta l’umanità, è stato finora l’unico punto di contatto tra i maggiori candidati sindaco della Capitale. Raggi, Calenda, Michetti e Gualtieri hanno detto sì alla candidatura. L’appoggio è arrivato prima dell’estate, ma la firma più importante è stato apposta pochi giorni fa.
Il premier Mario Draghi ha infatti ufficialmente lanciato la corsa di Roma per ospitare l’Expo 2030: “Si tratta senz’altro di una grande opportunità per lo sviluppo della città”, ha detto il presidente del Consiglio, che ha applaudito la dimostrazione di unità dei candidati a favore della Capitale. Ora è una corsa contro il tempo: entro il 29 ottobre Roma dovrà completare la candidatura per l’esposizione universale del 2030.