Fibrillanti ore per l’ex terrorista che atterra a Ciampino e scortato da polizia e autorità governative è atteso a Rebibbia. Dall’arresto di Battisti, ex terrorista condannato per quattro omicidi, sono passate solo poche ore ma sembrano già una infinità. L’arresto di un ex terrorista è di per sé una notizia da prima pagina, ma quando si tratta di uno come Cesare Battisti, che è in ’esilio’ di latitanza da circa 40 anni, è davvero un caso di livello mondiale.
Ma ora per un ex terrorista come lui, che aveva sempre negato la colpevolezza e, semmai, parlato di espropri proletari (quanto ai colpi negli esercizi commerciali del suo fosco e ormai lontano passato), è finita. Cesare Battisti è arrivato in Italia. Se ex terrorista non ha fatto una piega all’arresto, parimenti hanno fatto le autorità. E come preventivato, è atterrato alle 11.30 a Campino sul Falcon 900, il mezzo aereo messo del overno italiano. Cesare Battisti era stato arrestato dall’Interpol estradato in Italia dal governo boliviano. Ad aspettarlo, Salvini e Bonafede. Adesso andrà a Rebibbia. Senza manette e tranquillo, è stato scortato dopo l’atterraggio. Ora il DAP, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria indicherà la sede ultima del suo ergastolo plurimo.
A realizzare l’arresto era stata una squadra speciale dell’Interpol. Al momento del blitz, Battisti aveva barba e baffi, e non si è opposto all’arresto. Tra le tante voci di giubilio, se ne alza anche una diversa, dopo l’arresto. “Che vuole che le dica. Cesare, mio fratello, rientra a Roma e così abbiamo risolto tutti i problemi dell’Italia, le pensioni, il debito, tutto risolto con Battisti…”. A parlare è Vincenzo, il fratello dell’ex terrorista. “Non aggiungo altro, ha già detto tutto il ministro Salvini..” Adriano Sabbadin, figlio del macellaio ucciso dai Pac nel ’79, era invece in lacrime davanti alla televisione ha commentato: “Papà ora riposa in pace”.
Ulteriori chiarimenti poi arrivano dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Riteniamo che verrà a scontare l’ergastolo” ha detto a ’Circo massimo’, in onda su Radio Capital. “Con questo rientro diretto in Italia – ha spiegato – viene meno l’accordo stipulato dal mio predecessore con il Brasile e che prevedeva l’estradizione a patto che Battisti non scontasse l’ergastolo ma 30 anni di carcere”
Intanto, scondo le parole del procuratore generale e dal sostituto pg, che hanno diretto le indagini della Digos milanese che hanno prodotto l’arresto del terrorista dopo quasi 40 anni, Battisti “rientra nei casi previsti dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario”, e dunque si prevede il “divieto di concessione dei benefici” e l’accertamento “della pericolosità sociale dei condannati per taluni delitti”, come appunto gli omicidi con finalità terroristiche. Per ora, quindi, Battisti rientra nei casi di ’ergastolo ostativo’, ossia il carcere a vita senza benefici. Condizione che potrebbe mutare nel corso dell’espiazione pena ma solo in casi limitati e, come si legge nelle norme, ad esempio, “solo nei casi in cui tali detenuti e internati collaborano con la giustizia”.