Ex Irisbus, i lavoratori presidieranno il Mise: ’’ Bisogno di soluzioni concrete’’

Nessun esito rilevante malgrado il recente intervento del ministro del lavoro Luigi Di Maio in merito alla vicenda Ex Irisbus: a due settimane dalle parentorie parole del leader cinque stelle infatti, le buste paga ancora non sono arrivate. Il 24 agosto scorso Di Maio aveva detto: “No ai ricatti, Industria Italiana Autobus deve assicurare gli stipendi”, ma proprio domani gli operai degli stabilimenti di Flumeri, in provincia di Avellino e di Bologna si presenteranno al ministero dello Sviluppo per chiedere chiarimenti concreti su quella che ormai da ormai da quattro anni è diventata una vera e propria crisi e che, come hanno spiegato i sindacati, “rischia di far fallire un’azienda che ha in pancia una commessa da mille autobus”.
In seguito alla notizia che i lavoratori sarebbero stati in presidio davanti al Mise domani alle 15, il ministero ha convocato le sigle sindacali per un incontro nel pomeriggio, al quale non è ancora chiaro se ci sarà anche la partecipazione del Ministro.
Ed è proprio sulla tormentata vicenda della ex Irisbus (crisi ereditata dal precedente esecutiv) che Luigi Di Maio aveva puntato l’attenzione nella sua campagna elettorale in Campania: più volte il Ministro si è recato ad Irpinia, dove il Movimento 5 stelle ha preso oltre il 40% alle elezioni vincendo in tutti i collegi; ha incontrato i lavoratori di Flumeri e da ministro ha promesso una soluzione definitiva della vertenza. Nell’ultimo incontro con i rappresentanti dei lavoratori, a luglio, l’ipotesi sul tavolo era che nella società entrassero Invitalia e un partner privato.
Al momento però, la difficoltà più grande resta la messa a punto di un piano industriale credibile, dopo i tanti che si sono succeduti in quattro anni dalla firma dell’accordo che ha dato vita a IIA, senza risultati.
“Il governo deve presentare la nuova compagine societaria, come già annunciato, e il progetto industriale per il rilancio”, ha dichiarato Gaetano Altieri, segretario provinciale Uilm Irpinia-Sannio. “Il 7 luglio – ha sottolineato il segretario generale della Uilm Campania, Antonio Accurso – il ministro Di Maio aveva promesso di aver trovato una soluzione da realizzare subito. Auspichiamo la sua presenza al tavolo perchè diventi concreto questo impegno”.
La società Industria Italiana Autobus, nata dalla fusione dell’ex Fiat Iveco di Valle Ufita e della Breda Menarinibus di Bologna, e di cui è socio di maggioranza l’imprenditore Stefano Del Rosso, sostiene di non avere più le risorse finanziarie per andare avanti. I lavoratori si sono visti tagliare del 30% lo stipendio di luglio e non hanno ancora ricevuto la busta paga di agosto. Nello stabilimento di Flumeri, su 290 dipendenti, 60 sono a lavoro e 230 in cassa integrazione. Da quattro anni. A Bologna sono in 154 a lavoro ma per fare “poco o nulla”, spiegano i sindacati: non ci sono i componenti per poter operare.
Un vero e proprio paradosso, se si pensa che l’azienda ha vinto numerose gare per fornire autobus a diverse pubbliche amministrazioni italiane che devono rinnovare il loro parco. Del Rosso si era presentato come manager ideale per rilevare l’ex marchio Fiat in virtù dei suoi rapporti con i cinesi di King Long. Ma dagli stabilimenti italiani finora non è uscito quasi niente perché “gli autobus li fanno nello stabilimento di Karsan in Turchia”, ci spiega Michele de Palma della Fiom. “Il piano industriale prevedeva il ritorno di tutti i lavoratori in attività, il revamping degli autobus che non è mai partito, come non sono mai partiti i piani di ricerca e sviluppo sugli autobus elettrici, mentre la produzione è andata a finire all’estero”.
Previsto per domani dunque l’incontro al Mise. Invitalia conferma che l’ipotesi di un suo ingresso nella società è ancora valida, ma sulle modalità e il possibile impegno finanziario non c’è ancora nessuna certezza.
L’assessore regionale alle Attività produttive dell’Emilia Romagna, Palma Costi, definisce “urgentissimo un intervento da parte del socio pubblico, anche ponte, per superare l’emergenza. Agli impegni annunciati dal ministro appena dopo il suo insediamento, hanno fatto seguito un continuo rinvio e un atteggiamento di indifferenza nei confronti delle istituzioni e dei sindacati. Un atteggiamento inaccettabile e soprattutto controproducente”.La Regione è disposta ad essere “parte attiva nel salvataggio dell’azienda, in vista di un intervento di ricapitalizzazione che non è più rinviabile, senza vincoli ideologici sulla natura pubblica o privata dell’intervento”, dice Costi. La parola ora a Di Maio.