“No, non confermo questa indiscrezione, con Mittal c’è un negoziato in corso, abbiamo delle controproposte molto efficaci nella direzione che avevamo concordato col signor Mittal, e cioè avviare una robusta, seria, concreta transizione energetica, conservare il livello di occupazione quanto più possibile e investire ancor più nel risanamento ambientale: lavoreremo su questo, il negoziato è solo all’inizio“.
Sorseggiando un caffè insieme ai giornalisti il premier, non conferma affatto voci secondo cui Mittal avrebbe avanzato un’offerta per lasciare l’ex Ilva prima di Natale.
Ed anche quando qualcuno domanda se, a questo punto, è prossimo un intervento del governo, Conte non conferma, ma nemmeno smentisce: “dovete avere un po’ di pazienza, qualcuno può pensare che non stiamo seguendo h24 questo dossier, nulla di più sbagliato, ma quando si tratta di un dossier così complesso e delicato non si possono rivelare dettagli, anticipazioni di un negoziato in corso. Quello che posso anticipare – aggiunge però il presidente del Consiglio – è che è prevista anche la partecipazione di aziende pubbliche, a partecipazione pubblica, senz’altro. Siamo disponibili a fare la nostra parte per rendere questo progetto ancora più efficace e credibile e il piano industriale più sostenibile”.
L’unica certezza: no ai 4.700 esuberi
Stesso dicasi quando gli viene chiesto – qualora Mittal lasciasse – dell’esistenza di un’eventuale ‘piano B’: “in questo momento stiamo negoziando col signor Mittal, che è venuto a palazzo Chigi: nel primo incontro c’è stata un’interruzione del dialogo perché le posizioni poste dall’azienda erano inaccettabili, nel secondo incontro lui stesso ha dichiarato che c’è stato un ottimo dialogo col governo per l’avvio di un negoziato“. L’unica certezza, aggiunge Conte, riguarda la posizione del governo rispetto ai 4.700 esuberi che l’azienda ha presentato al Mise nell’ambito del nuovo piano: “quella proposta l’abbiamo già respinta e stiamo facendo delle controproposte“.
Patuanelli: “Un nuovo piano è la soluzione”
Del resto, intervenendo su La7 a ‘L’aria che tira’, il ministro per lo Sviluppo Economico è stato abbastanza chiaro, l’eventualità che Arcelor Mittal possa “mettere un chip per andarsene non è accettabile“. Dunque anche Patuanelli smentisce la voce secondo cui l’azienda avrebbe offerto un miliardo di euro per lasciare l’ex Ilva: “è una bufala totale, non esiste nessuna interlocuzione in tal senso di Mittal né con Palazzo Chigi, né con il Mise o con il Mef, nessuna lettera ricevuta”, dice in riferimento alla ‘fantomatica’ offerta. Piuttosto, ragionando in termini pratici, per il ministro “la soluzione è un nuovo piano industriale“.
Aggiornamento ore 16.32
“La verifica di governo? a gennaio, ora la manovra”
“Io ritengo che ogni cosa abbia il suo tempo, in questo momento il governo, le forze politiche e tutto il paese è concentrato sulle misure contenute nella manovra e nel dl fiscale, questo ci terrà impegnati fino a fine mese, un attimo dopo mi farò portatore di questa iniziativa, è assolutamente necessario”.
Così il premier rispondendo a chi gli domanda se a gennaio avrà luogo la verifica di maggioranza chiesta dal Partito Democratico.
“E’ vero che abbiamo punti programmatici ben chiari che sono alla base di questo governo – ha quindi aggiunto Giuseppe Conte a margine del ‘Rome investment forum 2019’ – ma è anche vero – che non abbiamo scritto quali sono le priorità, il cronoprogramma. Quindi chiederò alle forze politiche di condividere un percorso anche a livello di priorità che dovremo andare a perseguire e a realizzare: il Paese vuole chiarezza, non possiamo permetterci di proseguire con dichiarazioni, differenti sensibilità, sfumature varie, diversità di accenti, però questo a gennaio, adesso parliamo della manovra”.
Max