“Non si può pensare di cambiare una strategia imprenditoriale adducendo a giustificazione uno scudo penale che peraltro non è previsto contrattualmente. Io domani incontro i vertici dell’azienda, non incontro Jindal. Il nostro interlocutore è chi c’è adesso e che deve rispettare gli impegni contrattuali. non stiamo parlando di un’acquisizione fatta tramite una vicenda di mercato. C’è stata una procedura di evidenza pubblica, c’è stata un’aggiudicazione a esito di una gara ed è stato stipulato un contratto. Ci sono impegni contrattuali da rispettare e su questo saremo inflessibili“. E’ chiaro il premier Conte, commentando l’annuncio reso pubblico ieri da Arcelor Mittal, a proposito della decisione di abbandonare l’ex Ilva – e sopratutto quasi 10mila operai – al loro destino.
Un commento esaustivo quello del presidente del Consiglio, anche a seguito di voci secondo le quali Renzi avrebbe contatti con il gruppo Jindal, in seno ad una nuova cordata per l’ex Ilva. Un’eventualità però subito smentita da Cassa e Depositi e Prestiti, inizialmente data come parte della cordata. Ed infatti, dopo aver fatto notare che, per statuto, mai potrebbe subentrare per salvare le aziende in crisi, dalla stessa Cassa e Depositi e Prestiti è uscito un eloquente “Non c’è assolutamente nulla”.
Annunciato quindi per domani lo slittamento del vertice tra il governo ed Arcelor-Mittal, Conte ha poi aggiunto che “a noi preme che non solo sia assicurata la continuità di questi investimenti produttivi ma che sia assolutamente rispettato il livello occupazionale“, anche perché, ha tenuto a sottolineare, “non sono solo in gioco novemila famiglie, ma c’è tutto l’indotto molto più cospicuo e noi faremo di tutto per difendere questi investimenti produttivi e questa comunità di persone che lavorano anche estese all’indotto. Pretendiamo che siano rispettati gli impegni sulle bonifiche ambientali, un tassello fondamentale della complessa strategia imprenditoriale per quel polo industriale”.
Dal canto suo, intervenendo in audizione nella Commissione Finanze della camera, il ministro Gualtieri ha affermato: ”Mi è piaciuto un titolo di oggi sull’Ilva, che citava un’espressione resa celebre da Mario Draghi: ‘whatever it takes’. Penso che un paese serio deve fare tutto il possibile e il necessario per evitare un esito negativo e drammatico”. Secondo il ministro dell’Economia, quella dell’ex Ilva “è una partita complessa e seria dove serve il concorso e il sosteno unitario del Paese per affrontare una questione che va risolta positivamente. Il governo è impegnato, io penso debba essere impegnato il paese nel suo complesso, e non ci sia in questa fase una distinzione delle posizioni dei singoli“, ha poi concluso dando appuntamento a domani per un vertice “importante”.
Anche il ministro dello Sviluppo economico, è intervenuto sulla vicenda, scrivendo su Facebook: “Non permetteremo ad ArcelorMittal di ricattare lo Stato italiano mettendo sul piatto oltre 5 mila esuberi. Gli impegni vanno mantenuti e i cicli produttivi in flessione possono essere accompagnati con strumenti di sostegno, non licenziando le persone – ha affermato Patuanelli – Specialmente quando un anno prima si è firmato un accordo per la piena occupazione”.
Max