(Adnkronos) – Sul fronte della lotta all’evasione “c’è stato un miglioramento rilevante negli ultimi anni, legato sicuramente anche alla digitalizzazione, al fatto che ci sono i pagamenti elettronici, che c’è un controllo. Bisogna proseguire, non possiamo fermarci”. Così il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel rispondere alle domande durante una tavola rotonda organizzata da Ambrosetti Club. Poi, aggiunge, “ci sono differenze di punti di vista se si tratta di questioni micro o macro, cioè se sono le piccole spese in contanti o se è un problema di evasione più ampia attraverso sistemi da monitorare. Ma dobbiamo proseguire”. “L’economia sommersa mi preoccupa”, insiste quindi Visco e, “se si riesce a far crescere anche la parte sommersa, si migliora. Serve proseguire nell’attività contro l’evasione”.
PIL – La prevista crescita del Pil prossima al 4% nel 2022 “è un dato notevolmente superiore rispetto a quanto ci aspettavamo un anno fa”, sottolinea il governatore. “E’ una notizia buona – sottolinea – e i livelli di prodotto precedenti alla pandemia sono stati recuperati. Ma – aggiunge Visco – siamo ancora al di sotto di 3 punti abbondanti rispetto al livello del 2008, quando c’è stata la crisi finanziaria globale. Siamo gli unici tra i Paesi avanzati a non avere recuperato. E’ un problema serio, serve spingere la crescita”.
INFLAZIONE – Quanto all’inflazione “non condivido talune dichiarazioni nelle quali si sostiene che nell’area dell’euro solo una recessione, più o meno profonda, consentirà di riportare l’inflazione in linea con il nostro obiettivo di prezzi stabili”, afferma Visco. “Ritengo invece del tutto possibile che, come sta avvenendo in altri Paesi e come è peraltro in linea con le nostre previsioni, la crescita dei prezzi, che già mostra segnali di discesa, possa tornare al 2% – spiega – senza che le nostre misure arrechino all’attività produttiva e all’occupazione danni particolarmente gravi, che finirebbero per rendere più difficile il conseguimento del nostro mandato nel medio periodo”.
“La stabilità dei prezzi – sottolinea Visco – richiede anche che in tutti i Paesi, e in particolare in quelli in cui il debito pubblico è già particolarmente elevato, i conti dello Stato siano tenuti sotto controllo. Le politiche di bilancio – afferma – possono certamente contribuire, con interventi temporanei e mirati, ad alleviare gli effetti dell’inflazione sulle fasce della popolazione più deboli, ma ciò dovrebbe avvenire attraverso una redistribuzione tra percettori di reddito, contenendo il peso dell’aggiustamento sulle future generazioni”.
“Ciò è essenziale sia per evitare un surriscaldamento della domanda e un più lento rientro dell’inflazione sia per prevenire i rischi per la stabilità finanziaria connessi con percezioni, anche se non interamente condivisibili nella sostanza, riguardo alla sostenibilità delle finanze pubbliche”, ha detto ancora Visco. “I salari reali devono crescere” ma “il metodo” per farlo “è la produttività. Nel frattempo tuteliamo i più colpiti” dall’inflazione in rialzo. Secondo il governatore “se si cresce si recupera” la mancata crescita dei salari.
TITOLI STATO – “Le recenti misure del Governo, improntate alla prudenza, hanno contribuito al contenimento del differenziale di rendimento rispetto ai titoli di Stato decennali della Germania” che oggi “si situa attorno ai 180 punti base, un valore che resta comunque ancora di gran lunga superiore a quanto da noi stimato sulla base dei fondamentali della nostra economia”, sottolinea il governatore. “Da un lato, i rialzi dei tassi ufficiali spiega – costituiscono una difficoltà al momento certamente gestibile per le finanze pubbliche: grazie alla sua elevata vita media residua il costo medio del debito aumenta in modo contenuto e graduale e il rapporto tra debito e prodotto beneficia immediatamente della più alta crescita di quest’ultimo in termini nominali. Dall’altro lato, mantenere conti pubblici in ordine e, quindi, disavanzi ridotti e decrescenti nel tempo è cruciale per evitare tensioni finanziarie che, attraverso un aumento degli spread, potrebbero riflettersi in ulteriori, eccessivi, rialzi dei tassi di interesse che peserebbero anche sui finanziamenti di famiglie e imprese, con effetti negativi sugli investimenti”, aggiunge Visco.