EVACUAZIONE IN CILE, DOPO 43 ANNI ERUTTA IL VULCANO CALBUCO di Valeria Grassi

L’improvvisa eruzione ieri sera del vulcano Calbuco ha scosso il sud del Cile mettendo in allarme anche la vicina Bariloche, in territorio argentino. Nella nota località turistica della Patagonia le autorità hanno chiuso l’aeroporto e chiesto agli abitanti di non uscire nella misura del possibile dalle abitazioni. Il Calbuco (’acqua azzurrà nella lingua dei mapuches), con un’altitudine di 2 mila metri, viene considerato come il terzo più pericoloso tra i 90 vulcani che si trovano nel Paese. Il violento risveglio del Calbuco ha comunque sorpreso gli abitanti della zona, visto che era dal 1972 che non entrava in fase di eruzione. Dal cratere si è subito alzato un lungo pennacchio.  In attesa di visitare l’area, la presidente Michelle Bachelet ha quindi chiesto alla popolazione «di seguire le istruzioni del governo. Abbiamo preso tutte le misure necessarie», ha assicurato, senza escludere la possibilità per le prossime ore di «un deflusso della lava». Il governo ha tra l’altro disposto l’evacuazione di circa 4 mila persone dell’area di Ensenada, oltre a ordinare lo stato d’eccezione in tre comuni della zona minacciata dall’eruzione. C’è d’altra parte il rischio che l’imponente pennacchio – alto 17 chilometri secondo alcuni media – possa improvvisamente «crollare sprigionando così materiali piroclastici» (composti da gas e frammenti di roccia), ha ricordato il ministro dell’Interno, Rodrigo Penailillo. Lo spettacolare pennacchio si è gradualmente spostato spinto dal vento oltre la cordigliera delle Ande, ’entrando sul territorio argentino fino a località lontane un centinaio di chilometri quali Bariloche e Villa La Angostura. Nella notte, le particelle delle vulcaniche sono iniziate a cadere facendo scattare l’emergenza. Qualche ora prima le autorità avevano chiuso gli aeroporti e le scuole.