Due giorni fa il Comitato promotore del referendum sull’eutanasia legale in Italia ha annunciato che sono state raggiunte le 500.000 firme necessarie per far sì che la Corte di Cassazione lo indica. Ora, hanno fatto sapere in una nota, l’obiettivo è quello di raggiungere 750.000 firme, per avere un ampio margine in caso di possibili intoppi.
Una notizia festeggiata da molti, soprattutto sui social network, dove la raccolta firme ha avuto una spinta determinante. Ma altrettanti sono gli scettici all’idea di depenalizzare l’eutanasia. Tra questi c’è la Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, che nel corso di una riunione online ha espresso ‘grave inquietudine’ “per la raccolta di firme per il referendum che mira a depenalizzare l’omicidio del consenziente, aprendo di fatto all’eutanasia nel nostro Paese”.
I vescovi hanno ribadito che “chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita. Scegliere la morte è la sconfitta dell’umano, la vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali”.
E ancora: “Non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire, ma ‘il Magistero della Chiesa ricorda che, quando si avvicina il termine dell’esistenza terrena, la dignità della persona umana si precisa come diritto a morire nella maggiore serenità possibile e con la dignità umana e cristiana che le è dovuta’”, hanno concluso.