“Il caso di Sibilla Barbieri, l’attrice andata in Svizzera per ricorrere all’eutanasia, conferma, nelle dichiarazioni di chi l’ha aiutata o appoggiata, la volontà disumana dei Radicali che vogliono imporre allo Stato di fornire la morte alle persone”.
Eutanasia, Pro Vita & Famiglia: “Non esiste un diritto di essere aiutati a suicidarsi. Anzi è l’opposto”
Dunque, spiega Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, “Non si tratta di semplice disobbedienza civile ma di un reato grave. Non entriamo nel dramma e nella malattia di Sibilla e delle sue sofferenze, ma Marco Cappato e Filomena Gallo, dell’associazione Luca Coscioni, stanno facendo una narrazione distorta e ideologica di quello che non è un diritto negato, perché non esiste un diritto di essere aiutati a suicidarsi. Anzi è l’opposto, la legge persegue chi istiga o aiuta a mettere fine alla propria vita e i cittadini non pagano le tasse per finanziare l’eutanasia”.
Eutanasia, Pro Vita & Famiglia: “Una società veramente civile non è quella proposta dai Radicali, dove la morte è di casa”
In tutto ciò, prosegue il portavoce, “Lo Stato deve infatti stare accanto ai fragili, cercare in ogni modo di alleviare le sofferenze e non di eliminare il sofferente. Una società veramente civile non è quella proposta dai Radicali, dove la morte è di casa, un pericolo che abbiamo scampato con la mancata elezione di Cappato a senatore. Il Servizio Sanitario Nazionale offre le cure per una vita degna nella sofferenza – conclude Pro Vita & Famiglia – e dovrebbe semmai fare di più su questa strada, investendo sugli Hospice, sull’assistenza ai familiari di chi sta male e su una corretta applicazione della legge 38/2010 sulle cure palliative”.
Max |