Sono i numeri dellorrore quelli rivelati dallEurostat circa le condizioni disumane, stupri e violenze, cui sono spesso sottoposte le minori e le adolescenti in fuga da conflitti, dittature e miseria, alla volta dellEuropa. Le stime raccontano che solo nel 2015, le giovanissime che hanno viaggiato sole per raggiungere lEuropa (fra quelle registrate al loro arrivo), sono state 7.805. La Svezia è stato il paese più accogliente con oltre 35mila minori non accompagnati accolti nel 2015, le ragazze erano 2.847. In Italia, invece, nel corso del 2015 sono arrivate circa 130 bambine e ragazze sole mentre, secondo i dati del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, sono circa 12mila i minori non accompagnati presenti nelle strutture di accoglienza (al 31 maggio 2016): le ragazze sono solo 59.981. Come si evince dai drammatici dati di Eurostat, sono troppo quante, allettate da false promesse, finiscono nel giro della prostituzione. Così come, sono moltissime le ragazzine che arrivano incinte sulle nostre coste. Nel corso del 2015 sono stati registrati in Europa poco meno di 90mila minori stranieri non accompagnati (dati Eurostat), si ricorda nel dossier della campagna Indifesa di Terre des Hommes, presentato al Senato. Si tratta di bambini e ragazzi in fuga da Afghanistan, Siria, Somalia, Eritrea, Iraq e tante altre nazioni in crisi. Bambini e ragazzi che viaggiano soli, senza il supporto di genitori, fratelli maggiori o altri familiari. Nella quasi totalità dei casi, si tratta di maschi. Di queste povere creature indifese, la maggior parte di esse sono nigeriane, mimetizzate nella calca di disperati (perlopiù provenienti da Somalia, dal Sudan, dal Gambia), che dalla Libia raggiungono le nostre coste. Cè da sottolineare che per moltissime di loro il viaggio verso lEuropa non è una scelta: spesso vengono caricate sui barconi con la forza o con linganno, dopo settimane o mesi di viaggio nel deserto, per essere poi costrette a prostituirsi sulle strade di tutta Italia. In base ai dati del ministero dellInterno, nel 2014 sono sbarcate nel nostro paese 1.454 donne nigeriane (erano state 433 nel 2013). Nel 2015 il loro numero è schizzato a 5.633 e nel corso dei primi 6 mesi del 2016 5.346, più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (2.360). Come fa osservare giustamente Lia Quartapelle, capogruppo Pd e segretario della Commissione Affari esteri e comunitari, Camera dei Deputati, “Se da un lato linstabilità politica e la violenza diffusa hanno reso ancora più precaria la condizione delle bambine e delle giovani donne nella sponda sud del Mediterraneo, questo profondo disordine ha anche reso più acute, più visibili, e più presenti, anche tra noi nel mondo cosiddetto sviluppato, tutte le gravi violazioni dei dritti umani di cui sono soggette le bambine e le ragazze”. Ma il dossier raccolto da Terre des Hommes, pone laccento anche su un altrettanto (e poco conosciuto) fenomeno, del quale sono loro malgrado protagoniste queste giovanissime sfortunate: la vita nei paesi in guerra. In Iraq e Siria ad esempio migliaia di donne e ragazze sono ridotte a schiave dei combattenti. I bambini e le bambine prede di guerra vengono rapiti o arruolati con la forza da eserciti regolari e gruppi ribelli. In altri casi, però, i più piccoli finiscono con limbracciare un fucile perché spinti dalla povertà, dallesclusione sociale o dal desiderio di vendetta per le violenze subite dalla loro famiglia. Unaltra piaga che si è acutizzata con il conflitto è quella dei matrimoni precoci, che coinvolge moltissime ragazzine profughe siriane. “LItalia spiega ancora la Quartapelle – riconosce la tutela dei diritti delle donne migranti tra le priorità da affermare con la nostra presidenza del G7. E il dossier Indifesa ci dice molto sul lavoro da fare, che si iscrive anche nel solco dellimpegno sottoscritto con lAgenda 2030 di porre fine ai matrimoni infantili e di perseguire efficacemente lobiettivo di una piena emancipazione di tutte le donne e tutte le ragazze”. Intanto, per domani, Giornata Mondiale delle Bambine, Terre des Hommes ha organizzato una celebrazione speciale a Milano, colorando darancione Palazzo Marino con un evento che coinvolgerà il sindaco Beppe Sala e ospiti istituzionali e internazionali e testimonial. E allo scopo di sensibilizzare quanto più possibile la condivisione dei valori della campagna aderendo alla sua #Orange Revolution, questanno Terre des Hommes chiede al popolo dei social network di testimoniare la ’Rivoluzione Arancione’ che scatta proprio domani mattina. Basta postare sul proprio profilo Facebook, Twitter o Instagram un oggetto, uno slogan, una foto o un selfie dal tocco arancione usando gli hashtag #OrangeRevolution #indifesa. Un nulla rispetto allinferno silente che sfiora quotidianamente le nostre fortunate vite
M.