EUROPOL LANCIA L’ALLARME: CON IL RIENTRO DI CENTINAIA DI FOREIGN FIGHTERS IN FUGA DA SIRIA ED IRAQ ‘I PAESI EUROPEI DEBBONO PREPARARSI A NUOVI ATTACCHI TERRORISTICI’

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    Il sedicente Stato Islamico avrebbe islamico “già adottato nuove tattiche per attaccare l’Occidente”, in quanto ritiene “obiettivi legittimi tutti gli Stati che partecipano alla coalizione anti-Is”. A lanciare il preoccupante allarme (anche se comunque prevedibile), è dall’European counter terrorism centre (Ectc) di Europol, che stamane ha illustrato i contenuti del rapporto “Cambiamenti nel modus operandi rivisitato dell’Is”. Dunque per i Paesi europei l’eventualità di imminenti attacchi terroristici è una realtà di cui tener seriamente conto. Questo anche in seguito alla ‘campagna di liberalizzazione’ che la coalizione e le truppe governative locali stanno portando avanti con successo. E se “l’Is sarà sconfitto o seriamente indebolito in Siria e Iraq”, ne deriverebbe un massiccio rientro nei loro paesi europei di provenienza di “un numero maggiore di foreign fighters e delle loro famiglie verso l’Ue o altre zone di conflitto, come la Libia, e quelli che riusciranno a entrare in Europa rappresenteranno un potenziale rischio per la sicurezza”. Nello specifico Europol colloca ancora la Francia tra i Paesi maggiormente più a rischio di “aggressione da parte dell’Is”, ma nella lista ci sono anche Belgio, Germania, Olanda e Regno Unito. Inoltre, “gli attacchi potrebbero essere condotti per ’compromettere’ i rifugiati siriani e provocare una modifica delle politiche dei Paesi Ue nei loro confronti”. Rob Wainwright, direttore di Europol, sottolinea come “Il rapporto di oggi dimostra che la minaccia è ancora alta”, e diviene dunque in tal senso fondamentale “una migliore e accresciuta cooperazione” nello scambio di dati tra i servizi di intelligence europei per “ridurre la minaccia posta dall’Is”. Una minaccia reale e “possibile”, per la quale secondo il coordinatore antiterrorismo dell’Ue, Gilles de Kerchove, “Dobbiamo essere vigili dal momento che la minaccia posta dallo Stato islamico e dal ritorno dei foreign fighters continuerà probabilmente per i prossimi anni. Questa gente è addestrata all’uso di esplosivi e armi da fuoco e sono stati indottrinati con l’ideologia jihadista. Una risposta efficace richiede un approccio globale ed un impegno di lungo periodo”. Il rapporto indica anche nello specifico le modalità con cui i terroristi potrebbero colpirci: dall’uso dei network terroristici ai lupi solitari, dagli attacchi diretti dall’Is a quelli ispirati dal gruppo, dall’uso di esplosivi e fucili automatici al ricorso ad armi affilate e veicoli. Non ultimi, rispetto a quelli debitamente pianificati, preoccupano molto di più gli attacchi improvvisati, impossibili da prevedere per tempi , luoghi e circostanze.

    M.