Non che sia un mistero di quanto e come, purtroppo, anche l’aspetto economico (sponsor, diritti tv, investimenti, ecc.), la faccia da padrone anche nello sport dove, paradossalmente, ai loro esordi i giovanissimi vengono avvicinati alle differenti discipline con l’imperativo che ‘l’importante è partecipare, non vincere’!
L’ultimo esempio, ovviamente negativo, è quanto sta accadendo nell’ambito di questi ‘pasticciati’ Europei di Calcio itineranti dove, con l’Inghilterra notoriamente nel bel mezzo di una recrudescenza di contagi da varianti Delta, si è pensato di affidarne proprio a Londra (per altro capitale ‘non più europea’), le fasi finali.
Ricordiamo infatti che, ad oggi, ciascuna partita degli Europei che ha visto tornare il pubblico sugli spalti, ‘ha pagato’ il suo tributo: un evidente aumento di contagi è stato evidenziato San Pietroburgo ma, eclatante, il caso del match contro la nazionale britannica in Scozia dove, a seguito della partita sono stati riscontrati ben 397 casi di ‘tifosi’ contagiati.
Ma davanti ad una ‘macchina sportiva’ capace di smuovere cifre impensabili, tutto passa in secondo piano così ha rimarcato anche oggi l’Uefa: “Tutte le rimanenti partite degli Europei si svolgeranno come programmato. Le misure di mitigazione adottate in ciascuna delle sedi di Euro 2020 sono in linea con le normative decise dalle competenti autorità sanitarie locali”.
Riguardo poi “Le decisioni finali sul numero di spettatori che assisteranno alle partite e i requisiti di ingresso nelle nazioni ospitanti e negli stadi – spiega il comunicato – ricadono nella responsabilità delle autorità locali competenti e la Uefa segue tassativamente tutte queste misure”.
Una dichiarazione secca e perentoria, che ha giustamente innescato altrettante dure razioni da parte di diversi paesi. In particolare, Horst Seehofer, ministro dell’Interno tedesco ha ‘giustamente’ ribattuto: “Ritengo che il comportamento della Uefa sia assolutamente irresponsabile”. Eppure, ha aggiunto il ministro, “Tutti sappiamo che bisogna evitare i contatti“, ed ha rimarcato quanto visto in tv, con “persone molto vicine l’una all’altra che festeggiano le vittorie con grandi abbracci” che, ha concluso Seehofer, “sicuramente favoriranno il verificarsi di contagi Covid”.
Una condanna condivisa anche dal ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, che altrettanto ‘giustamente’ commentato: “Ho il sospetto che ci sia un problema di tipo commerciale, e ragioni del genere non dovrebbero prevalere sulla protezione della salute“.
Max