Il coro “It’s coming home”, intonato dai tifosi inglesi durante le partite degli Europei dovrebbero intonarlo gli italiani questa sera perché “se vince l’Italia, la coppa ‘tornerà a casa’ visto che la sede della nazionale italiana è a Coverciano, a Firenze dove il calcio è nato nel 1490 con la prima partita giocata sull’Arno ghiacciato”. Lo dice all’Adnkronos Michele Pierguidi, presidente di Calcio Storico Fiorentino e consigliere delegato alle Tradizioni popolari, che ricorda: “Il calcio non è nato in Inghilterra come propagandano” ed auspica: “Si ritorni alle origini: La prossima finale si giochi a Firenze”.
Il calcio fiorentino nasce nella seconda metà del Quattrocento. Diffusissimo tra i giovani, con il passare del tempo per problemi di ordine pubblico cominciò ad essere praticato soprattutto nelle piazze più importanti della città. Era giocato dai cosidetti calcianti, per lo più nobili, “vestiti in sfarzose livree con attaccanti, centrocampisti, difensori e portieri – racconta Pierguidi – Le porte, dette cacce, erano lunghe quanto i due lati più corti del campo. Si giocava con mani e piedi” e per arrivare a segnare il fatidico goal “era ammesso quasi tutto. C’erano poche regole. Dunque pochi falli perché era una preparazione alla battaglia che puniva solo slealtà e simulazione”.
Uscire dal campo? “Era il più grande disonore: non esistevano le sostituzioni. La vena era molto diversa. Ci si picchiava e si giocava per passione, per onorare la maglia e la propria città. Uno spirito molto più sportivo rispetto ai tempi moderni”. Emblematica la partita giocata il 17 febbraio 1530, cui si ispira la moderna rievocazione del Calcio storico, quando i fiorentini assediati dalle truppe imperiali di Carlo V diedero sfoggio di noncuranza mettendosi a giocare alla palla in piazza Santa Croce. Una giornata che il prossimo 11 settembre, ad un anno dalla sospensione del torneo causa covid, sarà ancora rievocata a Firenze con orgoglio fiorentino quando scenderanno in campo in finale gli azzurri di Santa Croce contro i verdi di San Giovanni. (di Roberta Lanzara)