Finisce tra i rimpianti per quello che poteva essere e non è stato e la preoccupazione per un’altra coppia di infortunati che graverà sicuramente sui prossimi e decisivi impegni.
Nella bolgia del De Kuip orfana di tifosi giallorossi, la squadra di Mourinho mette in scena la solita tattica da trasferta europea. Squadra bassa e quinti bloccati nella metà campo per un 5-3-2 che ha il merito di intasare gli spazi e far giocare male anche chi, come la squadra olandese fa degli scambi rapidi e degli inserimenti il suo credo.
Con Rui Patricio inoperoso (lo sarà per tutta la gara) e la capacità di bloccare sul nascere qualsiasi iniziativa avversaria, la Roma del palla lunga e pedalare ha subito un duro colpo al 25’ quando Dybala ha chiamato il cambio lasciando il posto ad un effervescente El Shaarawy, subito pericoloso in due situazioni.
Si temeva che con l’uscita dell’argentino la squadra accusasse il colpo, tattico e psicologico, e invece ecco al 43’ l’occasione da non sbagliare. Un calcio di rigore arrivato su azione d’angolo e sul quale va, coraggiosamente visti i precedenti non proprio incoraggianti, Pellegrini. L’errore dal dischetto del capitano- anche oggi poco ispirato- è lo sliding doors della serata, quell’attimo fuggente che, se non colto, si trasforma in nemesi nel ricordo della serata magica del 25 maggio.
Ed ecco ad inizio secondo tempo il goal del Fejenoord sull’unico tiro nello specchio della porta giallorossa e un altro paio di occasioni colossali per i giallorossi (un piattone di El Shaarawy in piena area e un colpo di testa di Ibanez con salvataggio sulla linea di porta e palla entrata per tre quarti in rete).
Sfortunata (il palo del brasiliano è il 26mo stagionale, record dei 5 campionati top europei), troppo attendista e speculativa nella prima frazione e ferita nell’organico (oltre a Dybala out anche Abraham per un infortunio alla spalla), la Roma, più che gli olandesi, dovrà adesso temere un organico ormai ridotto all’osso e la sfida con l’Udinese di domenica sera all’Olimpico, che precede il ritorno dei quarti di Europa League ma che per importanza di classifica non si può certo snobbare.
Non sarà facile per Mourinho sbrogliare la matassa ma una cosa la gara di Rotterdam l’ha confermata: impossibile fare a meno di Wijnaldum. La sua entrata al posto di Pellegrini (il rigore non c’entra ha detto l’allenatore che ha parlato di scelta tecnica) ha rivitalizzato un centrocampo senza idee e qualità. Resta l’annoso problema del goal, con Abraham incapace di far salire la squadra e Belotti ancora a secco e ormai incapace di nascondere la sua pochezza tecnica dietro l’insegna della generosità. Non resta allora che appellarsi ancora una volta alla spinta senza limiti dell’Olimpico che in queste due partite da dentro o fuori giocherà un ruolo fondamentale. E speriamo che basti.
Le pagelle di Fejenoord- Roma 1-0
Rui Patricio Ng, Mancini 6, Smalling 6,5, Ibanez 6, Zalewski 6, Cristante 6, Matic 6, Spinazzola 5 (dall’84’ Celik ng), Dybala ng (dal 25’ El Shaarawy 6), Pellegrini 4,5 (dal 46’ Wijnaldum 6,5), Abraham 5 (dal 57’ Belotti 5). All. Mourinho 5,5
Claudio Fontanini