“Le mareggiate che hanno colpito in questi giorni il litorale di Ostia, provocando ingenti danni alle strutture balneari, così come denunciato dai concessionari degli stabilimenti balneari, sono ancora una volta la conseguenza più evidente dell’azione distruttiva dell’essere umano.
La cementificazione, il consumo di suolo e lo sfruttamento indiscriminato dei beni naturali sono infatti alla base del dissesto idrogeologico e dell’emergenza climatica che stanno portando alla tropicalizzazione del clima con periodi di siccità estrema alternati ad alluvioni, bombe d’acqua e mareggiate devastanti”.
E’ quanto affermano in una nota il consigliere capitolino Europa Verde Ecologista, Nando Bonessio e il consigliere Europa Verde Ecologista – Municipio X, Valerio Facchinelli.
“Ribadiamo che la cura e la protezione dell’habitat naturale, compresi i litorali, devono occupare un posto prioritario nell’agenda politica delle istituzioni a tutti i livelli per tornare finalmente a ristabilire un corretto equilibrio tra il territorio e i suoi abitanti.
L’erosione costiera è un fenomeno naturale che ha origine nella diminuzione dei detriti sabbiosi portati sulla costa dai corsi d’acqua le cui sponde sono ormai oltremodo cementificate.
Ma a causa dell’azione invasiva e di una antropizzazione spinta delle coste, l’uomo ha finito per rendere il territorio molto più vulnerabile al verificarsi di eventi naturali distruttivi.
La modifica della linea di costa con opere di protezione artificiale come scogliere a pietrame sciolto possono solo ridurre o rallentare tale fenomeno ma non eliminarlo.
Il ripascimento morbido effettuato negli anni ‘80 ad Ostia ha sortito un buon risultato in termini di conservazione temporanea delle attività turistiche annesse. Ma non ha eliminato il problema. Per questo è necessario programmare azioni di difesa della costa integrati in un piano che deve includere criteri di sviluppo sostenibile e tutela ambientale, prevenzione e mitigazione del rischio; periodici interventi manutentivi anche per eliminare le situazioni di degrado diffuso; apposizione di barriere e strutture turistiche amovibili tali da ridurre al minimo criticità e danni” concludono in una nota i consiglieri di Europa Verde Ecologista.
Max