E’ durata 45 minuti la Roma a Manchester. Concentrata, attenta, letale. Poi ci si è messa la sfortuna: tre infortunati in 45 minuti e cambi finiti. Così nel secondo tempo è entrata la brutta copia. E dal vantaggio di 2-1 si è passati al 6-2 finale. Cinque gol in un tempo, una catastrofe che ora rende quasi vana la partita di ritorno.
Servirebbe un’impresa. La Roma ha dimostrato di esserne capace in diverse occasioni, ma questa volta forse è troppo anche per aggrapparsi alle statistiche. Così alla fine dei novanta minuti i fantasmi del 7-1 di 14 anni fa hanno fatto di nuovo capolino negli incubi dei tifosi della Roma. E’ una sconfitta che sa di disfatta, e Fonseca se ne è assunto la colpa.
“Io sono sempre il principale responsabile, non voglio creare alibi. Se si chiude qui il mio rapporto con la Roma? Vediamo. In questo momento è difficile parlarne. Dobbiamo essere equilibrati – ha detto l’allenatore al termine della partita ai microfoni di Sky – Arrivare fin qui è stato comunque molto positivo, così come il primo tempo che abbiamo fatto stasera”.
Ha poi spiegato il portoghese: “È una sconfitta pesante ovviamente. Abbiamo fatto un buon primo tempo, non abbiamo resistito nel secondo. Abbiamo perso tre giocatori subito, il che ci ha impedito di fare altre sostituzioni. La ripresa è stata molto pesante. È difficile spiegare questo blackout, siamo usciti dallo spogliatoio senza aggressività e sbagliando molto. Dopo il terzo gol poi non abbiamo avuto la forza mentale per reagire. Con lo United sarebbe stato difficile anche con tutti a disposizione, figurarsi senza la possibilità di fare cambi”.