A testa alta. La Roma esce dall’Europa League dopo una bellissima prestazione in casa dei campioni di Germania imbattuti da 48 partite. Quelli che hanno messo in fila Borussia Dortmund e Bayern Monaco (finalista e semifinalista di Champions) e che hanno dovuto attendere il 97’ della seconda gara per avere la certezza della qualificazione.
Con le batterie scariche e senza Dybala, i giallorossi certificano in campo le parole della vigilia di De Rossi: “Crederci e provarci fino alla fine, nonostante lo 0-2 dell’andata e con la decisiva gara di Bergamo in campionato la domenica successiva”.
Pronti via e la Roma- stavolta schierata con un 3 mobile in fase
difensiva dal tecnico- dimostra subito personalità nella bolgia della BayArena
colorata da 2000 tifosi giallorossi. Due occasioni, una con Lukaku lanciato in
verticale e un’altra con un colpo di testa di Pellegrini in area a dimostrare che
l’impresa è possibile e a spaventare i tedeschi. Che certo non stanno a guardare ma trovano un autentico muro in Svilar (ormai un nuovo Alisson) capace di parare l’ordinario e l’impossibile e tenere in vita la Roma che dopo l’uscita per infortunio di Spinazzola (stiramento, per lui stagione finita) subisce le iniziative di Frempong, imprendibile per Zalewski ammonito appena entrato in campo e opportunamente spostato di fascia da De Rossi.
Poi, nel momento peggiore dei giallorossi, per i tedeschi anche un palo clamoroso, ecco il calcio di rigore trasformato da Paredes al 43’ a dare linfa vitale alle suggestioni dell’impresa. Coi tedeschi indietro nel loro momento migliore e una partita ormai aperta che regalava occasioni a ripetizione da entrambe le parti. Al 66’ ecco il secondo rigore per i giallorossi (fatto più unico che raro in Europa) per un fallo di mano di Hozlek con Paredes freddo nel trasformare e i tifosi giallorossi a stropicciarsi gli occhi. Roma eroica e pronta alla battaglia, col Bayer furente ed incredulo che prendeva possesso dell’area giallorossa.
Ma il calcio sa essere crudele e quello che era stato sin lì il migliore in campo esce male su un calcio d’angolo infastidito dalla presenza di Smalling che mancava l’intervento di testa. La carambola sul corpo di Mancini all’82’ era la fine del sogno, con le streghe che tornavano a materializzarsi nella storia giallorossa. Il pareggio al 97’ di Stanisic, coi giallorossi tutti avanti alla ricerca del terzo gol che avrebbe significato tempi supplementari, era solo l’ennesima conferma della stagione di grazia dei tedeschi, capaci di uscire imbattuti dal campo per la 48ma volta.
Qualificazione meritata per carità, visto lo spessore tecnico e tattico della formazione di Xabi Alonso ma la Roma ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e i rimpianti vanno più alla gara d’andata (l’impiego di Karsdorp e il gol fallito a porta vuota da Abraham allo scadere) che a questa. Alzi la mano chi pensava in una gara del genere, con una delle migliori prestazioni europee di sempre per lucidità e solidità mentale, applicazione e spirito di squadra.
Solo applausi per questa squadra, capace di superare Feyenoord, Brighton e
Milan con una rosa a scartamento ridotto, le fatiche della rimonta in campionato
(Mourinho aveva lasciato al 9° posto, giova ricordarlo sempre) e un calendario che ha imposto big match a raffica nel momento peggiore della stagione.
Ora serve un altro sforzo, con la delusione per l’eliminazione che deve trasformarsi in rabbia agonistica nella sfida di domenica sera a Bergamo. L’ennesima mission impossibile di una squadra chiamata da oltre tre mesi agli straordinari.
Le pagelle di Bayer Leverkusen – Roma 2 – 2
Svilar 7,5, Angelino 7 (dall’81’ Smalling 5,5), Ndicka 7, Mancini 7, El Shaarawy 6,5,
Cristante 6, Paredes 8, Pellegrini 6 (dall’81’ Abraham 5,5), Spinazzola ng (dal 21’
Zalewski 4,5), Lukaku 5,5 , Azmoun 5,5 (dal 72’ Bove 5,5)
All. De Rossi 6,5
Claudio Fontanini