Svolta sul fronte del Tigray. Secondo quanto riportato dalla Bbc, i ribelli del Tplf, il Fronte di liberazione tigrino, ha conquistato Macalle, la capitale della Regione. Dopo circa otto mesi di conflitto “invisibile”, in cui le parti si accusano a vicenda di genocidio e crimini di guerra, il governo di Addis Abeba è costretto ad annunciare un cessate il fuoco unilaterale e l’esercito centrale a ritirarsi. Non senza razzie, scrive il Corriere della Sera.
Il cessate il fuoco di Addis Abeba
Il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso soddisfazione per la tregua forzata imposta dal primo ministro Abyi Ahmed Ali, premio Nobel per la pace nel 2019 (in questi mesi fortemente criticato) per gli sforzi compiuti per raggiungere una tregua nel conflitto con la confinante Eritrea. L’Onu, però, ha fatto poco nella Regione. Solo il 22 aprile 2021 (il conflitto è iniziato nel novembre 2020) il Consiglio di sicurezza ha rilasciato – fonte Ispi – la prima dichiarazione, denunciando la “drammatica situazione e le violenze sessuali ai danni di donne e bambine”, senza però intervenire concretamente.
Tplf: “Faremo tutto il necessario”
Non è ancora chiaro se la ritirata di Addis Abeba rappresenti solo una tregua o la fine delle ostilità. In una nota i combattenti del Tplf hanno detto che “non si fermeranno fino a quando il Tigray non sarà liberato da tutte le forze nemiche”.
Mario Bonito