Estinzione, pangolino a rischio – di Daniele Russo

  

Lo conoscono in pochi, forse pochissimi, il pangolino. È un mammifero un po’ bizzarro, con il corpo ricoperto da una corazza di squame da rettile e peli e peli che spuntano a ciuffi tra una squama e l’altra.

Schivo e notturno, il suo nome in lingua malese “peng goling”, significa animale che si avvolge a palla. Per difendersi, infatti, è in grado di avvolgersi formando una perfetta sfera compatta.

Se ne conoscono 8 specie che vivono in Africa, Asia e India. Alcune vivono sugli alberi, altre a terre, ma si nutrono comunque tutti della stessa alimentazione: formiche e termiti. Arrivano a mangiarne anche qualche etto a notte.

Sconosciuto ai più, eppure è a rischio di estinzione per causa nostra. Il pangolino ha la sfortuna di essere un boccone prelibato nella cucina cinese e vietnamita.

Non solo: dalle squame si ricavano illusori farmaci e afrodisiaci, o ancora monili e oggetti in pelle.

Si stimano 100.000 pangolini catturati ogni anno per essere trasferiti in quei paesi. Un traffico illegale molto fiorente che sta mettendo in crisi la specie.

Ogni denuncia fatta è risultata vana: sono dure da sradicare le usanze locali, come del resto lo è il crimine che le alimenta.

Il segretario della Cites (la convenzione sul commercio internazionale di specie animali e vegetali in via di estinzione, che fa parte delle attività dell’Onu per l’ambiente), J. Scnlon, ha dichiarato:<<Purtroppo nel mondo nel mondo i criminali organizzati per compiere traffici illegali sono ormai più numerosi e meglio armati di chi difende le specie a rischio>>.

La tutela e il rispetto dell’ambiente naturale e di ciò che lo caratterizza si rivela importante per la salute fisica e psichica dell’uomo, e testimonia il senso di apertura e di disponibilità dell’uomo verso altro da sé.