(Adnkronos) – La pandemia ha contribuito a ridurre i tassi di adesione al pap test e all’Hpv test, così come la copertura vaccinale contro il Papillomavirus. Lo hanno evidenziato gli esperti che stamattina hanno preso parte alla conferenza stampa di presentazione, a Roma, del nuovo spot tv della campagna “Hai Prenotato Vero?”, realizzata da Msd e autorizzata dal ministero della Salute. “Tra il 2019 e il 2021 siamo passati dal 39% al 23% di tasso d’adesione al Pap o Hpv test”, dichiara Saverio Cinieri, presidente nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). “Per recuperare questo gap, e più in generale arrivare alla soglia del 90%, vanno individuati nuovi modelli organizzativi dei programmi di screening regionali e vanno implementati i sistemi informatici di supporto. Anche per le vaccinazioni – continua – siamo passati dal 66% al 32% nelle undicenni e dal 54% al 26% negli undicenni. E’ necessario recuperare velocemente per non rischiare di avere un incremento di casi nel prossimo futuro”.
Roberta Siliquini, presidente della Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica conferma: “I dati sul livello di informazione e consapevolezza delle giovani generazioni sono deludenti così come i dati sulla mancata adesione ai programmi di screening. E’ importante ricordare che il Piano oncologico nazionale, recentemente approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, ha ripreso gli obiettivi dell’Europe’s Beating Cancer Plan sugli intenti di copertura vaccinale e screening dell’Hpv entro il 2025 in attesa che anche il nuovo Piano nazionale prevenzione vaccinale recepisca gli obiettivi di copertura per l’eliminazione del cancro da Hpv. Si tratta di misure di sanità pubblica che consentono la drastica riduzione dell’incidenza di queste neoplasie mediante la sinergia di due misure fondamentali: il raggiungimento di alti livelli di copertura vaccinale e l’adesione agli screening”.
Secondo l’Europe’s Beating Cancer Plan, entro il 2025 il 90% degli Stati membri dovrà proteggere il 90% delle ragazze e incrementare significativamente l’immunizzazione nei ragazzi. “Lo screening cervicale – precisa Cinieri – dovrà essere offerto al 90% delle donne eleggibili e sempre il 90% delle pazienti con forme invasive dovrà ricevere trattamenti e follow-up tempestivi presso centri di alta specializzazione. In Italia abbiamo una sanità che ha tutte le potenzialità per rispondere in maniera coordinata a questa triplice sfida. Sviluppare percorsi sinergici e integrati di presa in carico della patologia nel suo complesso, che vadano dalla prevenzione primaria (vaccinazione, promozione di comportamenti volti a ridurre il rischio di contrarre l’infezione da Hpv) alla prevenzione secondaria (screening e diagnosi precoce), fino alla riduzione delle perdite al follow up e al miglioramento della qualità della vita delle persone colpite dalla neoplasia”.