Il 23 maggio del 92 come un giorno dolorosissimo. Mi stavo preparando per la maturità – dice – e quando è arrivata la notizia dellesplosione sullautostrada, è stato un momento terribile, che ci ha segnati per sempre.
Ne parla ancora con evidente disagio Fausto Russo Alesi, lattore che il regista Marco Bellocchio ha voluto in questo nuovo film proprio per incarnare il Giudice Giovanni Falcone. Un ruolo certo difficile, anche perché nonostante siano passati 27 anni dalla maledetta strage di Capaci, fortunatamente, il ricordo del Giudice è rimasto identico. Forse per questo il regista ha subito chiarito allattore che la sua linea di interpretazione avrebbe dovuto seguire una scelta una strada non imitativa. Mi sono completamente messo nelle sue mani per cercare di restituire un Falcone non retorico. Marco mi ha tranquillizzato dandomi una certa libertà nellinterpretazione, che ho costruito basandomi sulla memoria e sulle tante interviste rilasciate da Falcone, oltre che sui documenti. Ho anche cercato allinterno della sceneggiatura qualcosa del personaggio che appartenesse un po anche a me. E difficile da spiegare, fin da quando Bellocchio mi ha scelto per me vestire i panni di Falcone è stata unemozione molto intensa, sia durante la lavorazione del film, sia adesso, nel giorno della proiezione al festival. Lemozione di interpretare questo grande uomo e lenorme responsabilità che sentivo addosso nel dovere riuscire a restituire qualcosa di questa figura gigantesca, ma anche un forte senso di inadeguatezza nel rappresentarlo.
Il film, Il Traditore, è da oggi (mentre nel Paese si susseguono le celebrazioni), nei cinema, e stasera sarà proiettato a Cannes, come unica pellicola italiana in concorso.
Alesi, che presto diverrà Starace, nella pellicola che racconta lanziano Gabriele dAnnunzio (interpretato da Sergio Castellitto), ne Il cattivo poeta, per poi ritrovare lamato tearo prima con Canetti (ne la Commedia delle vanità), e poi nel Macbeth di Sinigaglia, conclude infine questo suo incontro, raccontando allagenzia di stampa AdnKronos, come “Falcone è un punto fermo, la sua necessità di raggiungere lobiettivo, la sua meticolosa dedizione e il suo impegno illuminato e sincero, mi hanno guidato dettaglio per dettaglio nel costruire linterpretazione. Ho cercato di restituire sia lumanità di Falcone, sia il suo essere un uomo di Stato che si confronta con Buscetta. Il giudice cerca di relazionarsi e di stabilire un confronto vero con lex boss di Cosa Nostra, pur con posizioni e ruoli differenti: Falcone è uomo di giustizia e sa di avere davanti a sé un personaggio carismatico, complesso, misterioso, enigmatico ma anche un mafioso. Grazie a questa collaborazione – aggiunge lattore siciliano – si è potuto arrivare al Maxiprocesso, ed in questo film, conclude,vengono fuori le sfaccettature caratteriali di Falcone, che era un magistrato molto fermo e autorevole, ma anche un uomo riservato e malinconico.
M.