Vienna e Berlino aprono le frontiere e l’Ungheria decide di mettere a disposizione bus per consentire ai migranti di raggiungere l’Austria, alcuni dei quali sono già arrivati alla stazione Westbahnhof di Vienna. “Abbiamo risolto l’acuta emergenza”, commenta la portavoce della Cancelliera tedesca con L’ANSA. Molti rifugiati stanno arrivando in treno a Monaco. Decine di tedeschihanno accolto l’arrivo di altre centinaia di migranti scesi dal treno. La folla ha cantato a squarciagola l’inno europeo e gridato più volte “Germania, Germania”.
Risolta emergenza ma accordo non vale per sempre – C’era un’emergenza acuta da risolvere e stiamo facendo il nostro meglio perché lo sia”. Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel, Georg Streiter all’ANSA, spiegando l’intervento sulla crisi dei migranti ungheresi. Ma il portavoce ha sottolineato che l’accordo Berlino-Vienna per l’Ungheria non vale per sempre. “La situazione in Ungheria stava diventando intollerabile. Migliaia di persone erano in cammino da settimane. L’Ungheria aveva detto che potevano arrivare al confine, ma non oltrepassarlo. Questo avrebbe potuto portare a un’escalation”, ha spiegato Streiter. L’accordo fra Germania e Austria, che stanno consentendo ai migranti ungheresi di lasciare l’Ungheria, aprendo le porte, “non durerà in eterno”, ha anche aggiunto senza tuttavia fornire indicazioni su fino a quando. “La cosa importante è che venga risolta l’emergenza attuale”, ha concluso.
Per la Germania serve un nuovo vertice straordinario della Ue sull’immigrazione. “Sono convinto che abbiamo bisogno di un Consiglio Europeo, quello (ordinario, ndr) di metà ottobre arriverebbe troppo tardi”, dice il ministro Frank-Walter Steinmeier al termine del confronto nel consiglio Esteri informale definito “difficile” da Mogherini.
Altri 400, intanto, si mettono in cammino verso il confine austriaco. Nel frattempo la Cancelliera Angela Merkel puntualizza che “Non c’è un limite alle richieste d’asilo e chiede di fare quanto necessario”. La Germania stima di accogliere oggi fino a 10mila profughi. Dall’Italia rriva il monito del ministro degli Esteri, PaoloGentiloni: “Niente veti. L’Italia pretende un impegno comune”.