Maurits Cornelis Escher ( Olanda 1898 Olanda 1972 ) frequenta la Scuola di Architettura e Arti decorative di Haarlem. Nel 1922 visita l’Italia rimanendo colpito dai suoi paesaggi meridionali, stabilendosi a Roma dal 1923 al 1935, periodo da Escher definito ’’i migliori anni della mia vita’’. Lungo il ritorno in Olanda, si ferma a Cordova dove è colpito dalla tassellatura, arte che farà propria rappresentando, in alcune delle sue opere, tasselli che raffigurano perfettamente pesci, uccelli, cavalli etc. Ritorna in Olanda nel 1941 ed è in questo periodo che crea ’’Specchio magico – 1946’’, ’’Occhio 1946 ’’, ’’Mani che disegnano 1948’’.
L’esposizione ha l’intento di condividere il modo con cui Escher trasforma la regolarità delle forme in giochi e magie. Caratteristiche sono i passaggi tra tridimensionale e bidimensionale associati, poi, alla tassellatura ( Rettili- 1953 ), la ricerca della Gestalt, ossia la psicologia della forma associata alle percezioni ottiche ( Ascesa e discesa 1960, Cascata 1961 ).
L’itinerario della mostra permette di visualizzare oltre 150 opere ( Mano con sfera riflettente – 1935, Vincolo d’unione 1956 )in un viaggio interattivo che permette al visitatore di ripercorrere e toccare con mano quelle illusioni che solo un uomo come Escher poteva creare. Si possono osservare da vicino quei passaggi, quelle trasformazioni ( Metamorfosi II 1940 ) da una figura all’altra.
Un uomo che è stato in grado di utilizzare la realtà geometrica come base delle sue composizioni impossibili. Escher sfida l’immaginazione dell’osservatore. ’’Siete davvero sicuri che un pavimento non possa essere anche un soffitto? ’’