I numeri parlano chiaro: dallo scorso 10 maggio, giorno dell’insediamento del nuovo presidente sudcoreano, il regime di Pyongyang ha avuto la media di quasi un test missilistico alla settimana. Ed a poco sono servite le bacchettate e le sanzioni della comunità internazionale, Kim ha continuato come nulla fosse a lanciare missili e vettori, lodandone addirittura la precisione e leventuale potenza bellica. Finalmente, dopo lo spauracchio Usa rappresentato dalla potente flotta navale a ridosso delle acque del mar della Cina (che ovviamente pesa come deterrente nei confronti di uneventuale azione Usa), oggi il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è passato dalle parole ai fatti, raccogliendo il plauso di Cho Tae Yul, ambasciatore sudcoreano all’Onu, che ha parlato di una “risoluta risposta”. E stata infatti approvata una risoluzione che andrà a rafforzare il ventaglio di sanzioni contro la Corea del Nord, precedentemente sancite. E da oggi è stato imposto il divieto di viaggiare, e il congelamento dei beni, ad altri 14 importanti funzionari nordcoreani. Spicca nel team punito anche Cho Il U, ritenuto il responsabile delle azioni dei servizi segreti nordcoreani all’estero. Ma non solo, lOnu ha inoltre imposto il congelamento dei beni di quattro importanti istituzioni finanziarie. Tra queste figurerebbe anche la potente banca nazionale Koryo.
M.