In queste ore non si fa che parlare di esami di maturità che, come ogni anno in questo periodo, naturalmente si prendono la scena e decretano quell’attraversamento del ‘guado’, se così lo si può definire, per migliaia e migliaia di studenti. Quanto valore può avere un voto e che indizi può dare circa il futuro?
E’ quello che si chiedono in pratica tutti gli studenti. E allora, per provare a capirne qualcosa di più, si può ad esempio prendere come metro di paragone quando è accaduto ai politici italiani all’epoca del loro esame.
Come è andato l’esame di maturità dei politici italiani? Quali sono stati i voti alla maturità dei leader politici che attualmente dominano la scena?
Alcuni passano quasi alla storia come ‘secchioni’, come per esempio Di Maio: altri hanno trovato ben al di là del voto la gloria politica, come per esempio Salvini, la cui performance non è però da trascurare, tutt’altro. Dunque quali sono i voti dei politici del governo all’esame di maturità? Eccoli.
Circa mezzo milione di studenti sta aspettando il proprio e, c’è da giurarsi, ogni politico italiano attuale, all’epoca, visse quei giorni con la stessa ansia dei giovani di oggi. Ma alla fine dei giochi, voti e carriera non sempre sono speculari, anche se possono essere dei buoni viatici.
Lo dice, ad esempio, il percorso di Di Maio. Il vicepremier Luigi Di Maio, ha infatti ottenuto all’esame di maturità il massimo dei voti, il 100/100 presso liceo ‘Vittorio Imbriani’ di Pomigliano d’Arco. Altri, come il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti non hanno fatto altrettanto: con candore il numero uno dell’istruzione italiana ha ammesso di aver preso 40/60 alla maturità come perito elettronico.
Lo stesso voto, appunto 40/60 se lo accaparrò il presidente della Camera Roberto Fico, diplomatosi al liceo classico ‘Umberto I’ di Napoli. C’è poi chi ne ha parlato spesso, del proprio voto alla maturità: ed è Salvini.
Il vice premier leghista Matteo Salvini, ha fatto meglio di Bussetti e di Fico, conquistandosi un 48/60 al liceo classico ‘Alessandro Manzoni’ di Milano. Dopo aver frequentato poi la facoltà di Scienze Storiche, il leader del Carroccio ha interrotto il corso di studi a ‘soli’ cinque esami dalla laurea.
Salvini ricorda bene i giorni prima della Maturità. “Tenevo aperti i libri fino alle quattro di mattina, cosa che non si dovrebbe mai fare. La mattina dell’esame mi sono alzato tranquillo, mi sono bevuto un caffè e sono andato a comprare la Gazzetta dello Sport. Arrivai a scuola pimpante con la ‘rosea’ in mano”.
E invece, il premier? Giuseppe Conte prima di divenire il presidente del Consiglio è stato senza dubbio uno studente brillante. Si è diplomato al liceo classico ‘Pietro Giannone’ a San Marco in Lamis, presso Foggia, con il massimo dell’epoca, cioè 60/60. Dopodiché, l’ottimo percorso di laurea.
Alto anche il voto per il portavoce del premier, Rocco Casalino, che ha preso il diploma all’Istituto tecnico commerciale con 60/60 e poi si è laureato in ingegneria elettronica a Bologna.
Ci è andata vicino anche ministra della Difesa, Elisabetta Trenta (M5s), che al liceo classico ‘Antonio Mancinelli‘ prese 58/60. Leggermente più basso il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli che, al liceo scientifico ‘Blaise Pascal’ di Manerbio, Brescia, prese 54/60.