No alla prova scritta. Gli studenti lo gridano da giorni. Sono scesi anche in piazza, più e più volte, per ribadirlo. A poco è servito l’incontro con il ministero dell’Istruzione. La seconda prova si farà, ma non tutti erano d’accordo, e non soltanto gli studenti costretti a vivere un altro anno scolastico alienante.
Anche i presidi, infatti, hanno manifestato a più riprese la volontà di organizzare un esame diverso, come già successo lo scorso anno. Intervistata dall’Adnkronos, lo ribadisce Cristina Costarelli, presidente dei presidi del Lazio: “La nostra posizione generale sulla maturità è quella che sosteniamo dall’inizio come Associazione nazionale presidi: la seconda prova quest’anno poteva ancora essere messa da parte ed evitata nell’ottica di un riavvicinamento graduale alla normalità. Un solo scritto nazionale poteva essere una buona via di mezzo”.
Aggiunge Costarelli: “Riaffermiamo che con la seconda prova scritta non si garantisce agli studenti la stessa difficoltà, perché ogni scuola può calibrarla in modo diverso; e rileviamo che essendo preparata dai docenti non sarà difficile come una prova nazionale. Dunque se ne poteva fare a meno”.
Conclude la presidente dei presidi del Lazio: “La modifica del punteggio è però un punto a favore delle richieste degli studenti: aumenta il credito scolastico rispetto ai risultati di terzo, quarto e quinto anno e scende a 15 punti il valore delle prove scritte. Quindi in qualche modo gli si dà meno peso. Possiamo leggere questa decisione come un venire incontro alle richieste dei ragazzi”.