Come spesso accade, più volte il cinema ha esercitato un ruolo ‘profetico’ rispetto al corso degli eventi della nostra società. Molti ricorderanno una bellissima pellicola che Nanni Loy girò agli inizi dei Settanta con Alberto Sordi al top della sua forma: ‘Detenuto in attesa di giudizio’ (nella foto la locandina). Nel film il geometra Giuseppe Di Noi, felicemente sposato nella già allora ‘civilissima’ Svezia, torna con la famigliola in vacanza nella ‘sua’ amata Italia. Fermato alla frontiera viene messo agli arresti, di lì seguirà un susseguirsi di trasferimenti nelle varie carceri del Paese. Uno spaccato di degrado ed ignoranza che, dopo lacrime ed umiliazioni, si risolverà a causa di una ‘stupida omonimia’, puntualmente dovuta ad un ‘errore’ burocratico. Una vita rovinata con il giudice che in piena ipocrisia italiana lo rimprovera per non saper essersi spiegato: “Però caro signore, anche lei…”
Ma non è la trama di un film, oggi purtroppo possiamo affermare senza nessuna possibilità di smentita che nel nostro Paese finire in carcere da innocenti è ‘facilissimo’. Una realtà amara, confermata dalla brillante intuizione di Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone: ‘Errorigiudiziari.com, il primo archivio ‘sugli errori giudiziari e ingiusta detenzione’.
Ebbene, rivela l’archivio, dal 1992 al dicembre 2018, ben 27mila persone sono finite dietro le sbarre ‘erroneamente’. Parliamo del numero impressionante di mille (1.000) persone l’anno. A rendere il risvolto ancora più amaro, è anche la quantità di denaro costato: ‘spese di detenzione a parte’ (sempre a nostro carico), lo Stato ha dovuto sborsare ad oggi 750 milioni di euro – circa 29 l’anno – in indennizzi e risarcimenti per le ingiuste detenzioni comminate, e gli errori giudiziari commessi.
A rendere poi ulteriormente inquietante questo assurdo fenomeno, è che il trend anziché scendere continua addirittura a crescere! Basti pensare che lo scorso anno, il 2018, è stato l’anno nel quale sono stati complessivamente erogati più fondi per i risarcimenti: 48 milioni di euro a ‘vantaggio’ (si fa per dire), di 913 innocenti.
Ma non solo, ‘Errorigiudiziari.com’ si è preso anche la briga di stilare una sorta di classifica relativa alle città dove si sono registrati più casi di ingiusta detenzione, e dunque anche le città per le quali lo Stato ha speso di più in indennizzi.
Ecco così tra le prime tre Catanzaro: 182 indennizzati per 10.378.137 euro; poi Napoli: 113 casi (al quinto posto per risarcimenti: 2.404.792), e Roma con 96 casi (seconda per risarcimenti: 3.492.248).
Dunque, tengono a sottolineare i cofondatori dell’innovativo archivio, “Quella del ministro Bonafede è stata una gaffe: si stava parlando di prescrizione e ha detto che le vittime di ingiusta detenzione sono un altro discorso: il tema degli errori giudiziari è intimamente legato con la questione della prescrizione, più lungo è il processo più si rischia di commettere errori. Siamo lieti che il ministro abbia attivato un monitoraggio e una serie di verifiche proprio in ambito di errori giudiziari, ma ci piacerebbe sapere quali esiti sta avendo e se ne pubblicherà i risultati” .
Come spiegano ancora Maimone e Lattanzi, “Anche se solo una parte di queste risorse si fosse risparmiata, poteva essere destinata a interventi in tribunali che cadono a pezzi, assunzione di cancellieri e magistrati dove mancano, insomma migliorare le condizioni di chi opera nella giustizia. E’ necessario evidenziare che in Italia il problema grosso – osservano – sono le ingiuste detenzioni. Spieghiamo meglio: da una parte ci sono gli errori giudiziari, vengo condannato innocente con sentenza definitiva, vado in carcere, spuntano nuovi elementi a mio favore e si arriva alla revisione del processo. E’ un errore che viene corretto e che in Italia si verifica di rado. Il grosso problema è costituito dalle ingiuste detenzioni, che si riferiscono alla custodia cautelare scontata da innocente: nel 2018 sono state 895.
Oltre a tutto ciò, continuano Maimone e Lattanzi, “non bisogna dimenticare gli indennizzi che vengono negati, perché secondo il giudice la persona coinvolta ha ‘concorso a indurre in errore il giudice magari avvalendosi del diritto di non rispondere all’inizio, o perché ha dubbie frequentazioni o altro. Si stima che siano tra il 60 ed il 70% del totale le domande che vengono respinte. Senza contare poi che molte persone rinunciano a richiedere il risarcimento per esasperazione o per le tante difficoltà che l’iter comporta“.
Insomma un quadro davvero inquietante soprattutto perché, come abbiamo visto, non accenna minimamente a diminuire, anzi. E’ evidente che a monte qualcuno sbaglia, ma chi? Indagini mal condotte? Cancellieri distratti? Giudici ‘faciloni’? Fatto è che queste cose raramente vengono rese pubbliche così come, allo stesso modo, non sono pervenute le promozioni, gli ‘scatti’, ed i trasferimenti dei protagonisti che alimentano la ‘filiera’ della Giustizia. Perché poi a pensarci bene, seppure abbiamo la ‘fortuna’ di non incappare in tali, drammatiche situazioni, comunque – da cittadini ‘che pagano le tasse’ – economicamente siamo ‘condannati a pagare noi’!
Max