Tralasciando la diplomazia ed il ‘politichese’, mentre da ogni angolo del pianeta arriva la ‘condanna’ alla Turchia per un’operazione che sta causando conseguenze abbastanza serie, il presidente Recep Tayyip Erdogan continua invece a dare le sue spiegazioni, affermando di aver anticipato al leader mondiali le sue intenzioni e, cosa non da poco, ora chiede una mano per arginare l’emoraggia dei profughi dalla Siria nordorientale tra i quali, ormai è ufficiale, si celano migliaia di ‘tagliagole’ dell’Isis.
Dopo aver denunciato che per via della guerra in Siria il suo Paese ha dato ospitalità ad oltre 3,5 milioni di rifugiati (spendendo ben 40 mld di dollari), fino a quando, “a un certo punto la Turchia ha raggiunto il limite. La mia amministrazione ha ripetutamente messo in guardia sul fatto che non sarebbe stata in grado di impedire ai rifugiati di inondare l’Occidente senza il sostegno finanziario internazionale. Questi avvertimenti sono rimasti inascoltati. La mia amministrazione ha concluso che la comunità internazionale non avrebbe agito, quindi ha sviluppato un piano per la Siria settentrionale”, ha tenuto a sottolineare il numero uno di Ankara, ribadendo di aver parlato chiaro nel corso della recente Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove ha preannunciato le sue intenzioni.
Dunque, ha poi aggiunto Erdogan, “Abbiamo lanciato l’operazione ‘fonte di pace’ nel nord-est della Siria per mettere fine alla crisi umanitaria ed affrontare la violenza e l’instabilità che sono le cause alla radice dell’immigrazione irregolare nella nostra regione. In assenza di un piano alternativo per affrontare la crisi dei rifugiati, la comunità internazionale dovrebbe unirsi ai nostri sforzi o iniziare a fare entrare i rifugiati”.
Aggiornamento ore 16.54
Sono 275mila i curdi in fuga dalla Siria
Iniziata lo scorso mercoledì, ‘l’operazione di pace’ orchestrata dalla Turchia a ridosso dell’area nordorientale della Siria, ha già ‘prodotto’ qualcosa come 275mila sfollati. A riferirlo all’emittente satellitare al-Jazeera sono state le autorità curde.
Tralasciando ora gli emormi danni causati dai raid aerei, il numero dei civili morti ‘per errore’ e, soprattutto, i terroristi dell’Isis fuggiti dalle carceri, attenendoci a quanto comunicato dalle organizzazioni umanitarie che stanno operando sul territorio, la situazione è drammatica.
Dal canto suo l’Unicef stima la presenza di almeno 70mila bambini tra i civili in fuga dalla Siria mentre, complessivamente, secondo l’Ocha (l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari), gli sfollati sarebbero 160mila.
Max
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