EPOCALE ANNUNCIO DELLA NASA: A 40 ANNI LUCE DALLA TERRA ESISTE UN SISTEMA COMPOSTO DA ‘ALMENO’ 7 PIANETI ’FRATELLI’ DELLA TERRA. POSSIBILI TRACCE DI VITA

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    Una scoperta epocale quella annunciata stasera dalla Nasa: a quasi 40 anni luce dalla Terra è stato identificato un altro sistema composto da ‘almeno’ 7 – quelli osservati – pianeti ’fratelli’ della Terra. Pianeti di dimensioni simili o inferiori alla Terra che, sul modello del nostro sistema solare, orbitano attorno ad una stella nana rossa conosciuta come ‘Trappist-1’. Da una prima osservazione, gli scienziati hanno azzardato l’ipotesi che 3 dei pianeti potrebbero ospitare la vita. Da quanto potuto osservare analizzando attentamente i dati forniti dai telescopi, i pianeti avrebbero una temperatura idonea ad ospitare acqua allo stato liquido, di qui la conseguente deduzione che potrebbero offrire condizioni compatibili con la vita. “Nella ricerca di forme di vita, questo sistema ad oggi è probabilmente la nostra chance migliore”, ha affermato il professore del Center for Space and Habitability dell’Università di Berna, ‘Brice’ Olivier Demory, uno degli autori dello studio sui pianeti che orbitano attorno a TRAPPIST-1. Una stella quest’ultima, che ha una massa inferiore 10 volte a quella del sole e una temperatura inferiore della metà: le sue caratteristiche, in sostanza, renderebbero possibile sui pianeti (le cui orbite sono molto più ridotte rispetto a quella di Mercurio, il pianeta più vicino al sole,ndr) la presenza di acqua allo stato liquido e a temperature tali da non escludere a priori le ipotesi legate alla vita. “Questa scoperta potrebbe costituire un pezzo significativo nel puzzle della ricerca di ambienti abitabili e di luoghi con condizioni favorevoli alla vita – ha aggiunto – Rispondere alla domanda ’siamo soli?’ è una delle priorità della scienza. Scoprire così tanti pianeti con queste caratteristiche nella fascia di abitabilità è un rilevante passo avanti verso quell’obiettivo”. Un annuncio quello della Nasa, avvenuto nell’ambito di una conferenza attesa dagli scienziati di tutto il mondo. Ed oggi a Washington a presenziare l’attesa conferenza di Thomas Zurbuchen, al vertice del Direttorato Missioni Scientifiche della Nasa, erano presenti anche i colleghi del ‘suo’ team, composto da Michael Gillon (astronomo dell’Università di Liegi in Belgio), Sean Carey (manager dello Spitzer Science Center della Nasa Caltech, a Pasadena in California), Nikole Lewis (astronomo dell’Istituto Space Telescope Science di Baltimora), e Sara Seager docente di Scienza planetaria e fisica al Massachusetts Institute of Technology di Cambridge.

    M.