Epidemia in Congo, l’80% dei malati ha contratto la malaria. Ipotesi contagio multiplo

L’ipotesi più accreditata al momento è che i pazienti contagiati e morti a causa dell’epidemia la cui natura non è stata ancora individuata nella Repubblica Democratica del Congo, abbiano contratto più di una malattia.

I primi esami effettuati sui campioni biologici prelevati sugli infetti nella zona del contagio mostrano come circa l’80 di questi abbia contratto anche la malaria. Su 12 campioni, 10 erano positivi alla malattia. Esiste la possibilità che la denutrizione e l’azione simultanea di più patologie abbia portato ai decessi. A diffondere la notizia è stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che nei prossimi giorni rivelerà i risultati di ulteriori test effettuati.

Intanto in Italia si indagherà sulla donna rientrata a Cosenza dal Congo. La donna ha sviluppato dei sintomi febbrili dopo essere stata a Kinshasa. Mentre è stato dimesso il 3 dicembre e molto probabilmente non è mai entrato in contatto con la malattia misteriosa, il paziente italiano che di rientro dalla Repubblica Democratica del Congo era stato ricoverato per dei sintomi influenzali potenzialmente riconducibili alla malattia ancora non identificata che ha causato un’epidemia nel Paese africano. L’uomo era stato ricoverato il 22 novembre a Lucca. I campioni prelevati dall’uomo sono stati esaminati dall’Istituto Superiore di Sanità.

Sebbene non sia stata ancora individuata la malattia misteriosa, l’Italia corre ai ripari rafforzando i controlli negli aeroporti e nei porti per scongiurare l’importazione del virus.

Il nostro Paese non ha un collegamento aereo diretto con la Repubblica Democratica del Congo, tuttavia la globalizzazione fa sì che un’epidemia in un altro continente possa arrivare in Europa in pochi giorni, come ha dimostrato la pandemia da Covid-19. La zona in cui si è verificata l’epidemia è particolarmente remota e nella stagione delle piogge è ancora più difficile raggiungerla, questo ha reso difficoltoso testare i campioni raccolti per avere le prime risposte sulla natura dell’infermità.

La malattia è stata individuata a fine ottobre nella zona sud est del Paese. Ad essere colpiti sono soprattutto i bambini, su 380 casi di contagio la metà è costituita da bambini, tra i decessi la maggior parte è costituita da giovani tra i 15 e i 18 anni. La malattia avrebbe un alto tasso di letalità, l’8% circa, ma va considerato che la maggior parte dei decessi è avvenuto su pazienti che non hanno ricevuto alcun trattamento medico. Secondo quanto dichiarato da Dieudonné Mwamba, capo dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica del Congo, la popolazione della regione di Panzi ha un tasso del 40% di malnutrizione e nella zona è in corso un conflitto armato. Risulta quindi difficile calcolare con esattezza il numero di contagiati e di decessi il che rende difficile calcolare la mortalità della malattia.

I sintomi della malattia includono anemia, febbre, tosse e mal di testa. Tra le ipotesi fatte al momento circa la natura della malattia questa potrebbe essere di natura respiratoria. Qualcuno ha ipotizzato si possa trattare di una forma di polmonite.

Come ha spiegato Paul Hunter, Professore di Medicina presso l’UEA (University of East Anglia, intervistato da Science Media Centre: “Segnalazioni di epidemie con decessi emergono da qualche parte nel mondo diverse volte all’anno. Quasi tutte risultano essere infezioni già note con conseguenze globali limitate. Ma ovviamente, abbiamo bisogno di maggiori informazioni prima di poter giudicare le conseguenze più ampie, se presenti, di questa epidemia. È fondamentale che questi casi vengano indagati tempestivamente in modo che possano essere implementate misure di trattamento e controllo appropriate“.

L’Organizzazione mondiale della Sanità ha inviato i suoi esperti per coadiuvare il personale congolese e portare medicinali e strumentazione.

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