Il Vaticano ha preso la decisione di allontanare Enzo Bianchi dalla comunità monastica di Bose, da lui fondata nel centro vicino Biella. Ma chi è Enzo Bianchi e perché Papa Francesco ha approvato la decisione?
Dal monastero di Bose, fanno sapere che si vive una “situazione tesa e problematica nella nostra Comunità per quanto riguarda l’esercizio dell’autorità del fondatore“. Cosa succede a Bose?
Enzo Bianchi, 77 anni, fondò nel 1968 il monastero di Bose come comunità ecumenica e mista. Questo vuol dire che all’interno si sono sempre accettati cristiani di tutte le confessioni, come anche membri copti e protestanti.
Bianchi è stato priore del monastero, ovvero capo della comunità, e negli anni è diventato famoso come teologo, scrittore di libri ed esperto di dialogo fra le diverse fedi.
Il monastero di Bose è noto soprattutto per questo motivo e per l’apertura verso l’esterno. Questo vuol dire che le preghiere sono in larga parte aperte al pubblico, ospitando ogni anno migliaia di avventori.
Dal 2017, l’incarico di priore è passato da Bianchi al vice Luciano Manicardi. Da quel giorno, Bianchi ha continuato comunque a vivere nella comunità in modo separato, partecipando ad alcuni riti.
La verifica da parte del Vaticano nella comunità è stata richiesta proprio dal monastero, che da tempo comunicava le sue preoccupazioni su Bianchi e la vita all’interno di Bose.
Così il 6 dicembre 2019 ed anche il 6 gennaio 2020 tre religiosi, inviati dal Vaticano, sono stati ospitati nel monastero per redigere un rapporto. Sulla base del quale, adesso, è stato deciso di allontanare Bianchi e altre tre persone.
Mentre la decisione era stata comunicata ai diretti interessati in forma privata, da poco i nomi sono stati resi pubblici in quanto alcuni di essi si sono rifiutati di lasciare la comunità. Insieme a Bianchi, il Vaticano ha allontanato tre membri storici come Goffredo Boselli, Lino Breda e Antonella Casiraghi.