Contemporaneo, quindi rivolto ad un nuovo far musica rispetto ai suoi illustri predecessori, è comunque il compositore per eccellenza, soprattutto di colonne sonore di fama mondiale. Con l’avvento dell’industria cinematografica ‘moderna’, le sue note hanno accompagnato milioni di italiani – e non – nell’intricato mondo dei sentimenti e delle emozioni.
Motivi per i quali diviene anche naturale pensare al M° Ennio Morricone, come ad una persona giustamente agiata che, come quanti nelle sue stesse disponibilità economiche, possono trascorrere il lockdown in serenità, confortati dagli agi e dal comfort di case spaziose e bellissime.
Ma nel suo caso non così, musicista ‘di razza’, nell’anima, Morricone è invece abbastanza addolorato dalla situazione, in particolare per come anche la musica concertistica sia stata letteralmente ‘spazzata via’ dall’avvento di questo maledetta epidemia.
”La quarantena? Lo sto passando non bene – spiega infatti il Maestro, raggiunto dalle telecamere de ‘La vita in diretta’ – perché se io penso alle conseguenze che le orchestre e i professori d’orchestra hanno da questa situazione la trovo gravissima, e lo Stato deve fare qualcosa. Non sento il bisogno di promuovere l’orchestra, è già promossa per se stessa per il lavoro che fa, ma veramente sono preoccupato”.
“Mettiamo che io scriva la musica a casa – spiega Morricone – la do al copista che la copia, e lui la da all’orchestra, che dovrebbe suonarla e – rimarca – la suona per il pubblico… e il pubblico non c’è. Perché non c’è?”, domanda e si domanda, “Non si può fare pubblicità alla musica quando il pubblico è assente. Non si ascolterà nulla. Il silenzio, dà il silenzio”.
Poi il celebre compositore rivela che in realtà è sempre in attività ma, tiene a precisare, “il fatto che io componga, non influenza nulla per la situazione così grave delle orchestre. Molte volte mi diverte pensare che se una composizione non è eseguita, non esiste”, e si congeda affermando amaramente: “La musica scritta, da sola, non da nessun risultato”.
Max