ENNESIMO SCOOP DEL ‘WASHINGTON POST’ SUL RUSSIAGATE, IL PROCURATORE GENERALE AVREBBE INDAGATO ANCHE IL GENERO DI TRUMP, JARED KUSHNER. SOTTO LA LENTE I SUOI INTERESSI ECONOMICI

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    Ormai il ‘Washington Post’, con una precisione e puntualità disarmante, stamane è tornato a commentare il ‘Russiagate’ rivelando ai suoi lettori l’ennesimo scoop: ora il procuratore generale (’special counsel’) Robert Mueller, sta indagando anche su Jared Kushner , il genero di Donald Trump. Nel mirino, i suoi interessi e le attività economiche. Poi il quotidiano americano ha ricordato l’incontro dello scorso dicembre fra Kushner e l’ambasciatore russo negli Usa Sergei Kislyak, nel corso del quale il genero di Trump avrebbe proposto a Kislyak l’apertura di un canale di comunicazione riservato e sicuro con Mosca presso una delle sedi diplomatiche russe. Quindi, pochi giorni dopo, sarebbe stata la volta di Sergei Gorkov, presidente della Vnesheconombank (la banca per lo sviluppo russa), “mentre la sua compagnia cercava finanziamenti per coprire l’acquisto da 1,8 miliardi di dollari della sua nuova sede a Manhattan – scrive il ‘Post’ a proposito di quest’ultimo incontro ‘poco diplomatico’ – tale incontro può quindi sollevare interrogativi sulla possibile collusione fra gli interessi economici personali di Kushner e il ruolo che stava per assumere nell’Amministrazione”. Un articolo che ha sollevato l’immediata replica del legale di Kushner, l’avv. Jamie Gorelick: “Non sappiamo a cosa si riferisca questa notizia. La verifica, da parte degli inquirenti, degli interessi economici e di qualsiasi cosa abbia a che vedere con la Russia sarebbe normale.Kushner ha già volontariamente offerto la sua disponibilità a condividere con il Congressoquello che sa sulle questioni legate alla Russia. Farà lo stesso se viene contattato in relazione a qualsiasi altra inchiesta”. Ma non finisce qui, secondo il giornale usa infatti, lo Special Counsel e l’Fbi starebbero seguendo ‘gli interessi economici di altre personalità vicine a Trump’. Tra questi figurerebbero Michael Flynn (ex consigliere per la sicurezza nazionale), Paul Manafort (ex capo della campagna di Trump), e Carter Page (ex consigliere per la politica estera della campagna).

    M.