(Adnkronos) –
In arrivo 90 milioni di euro da EuroFusion per la ricerca scientifica e tecnologica italiana sulla fusione nucleare che promette di produrre energia come le stelle e il Sole totalmente sostenibile. Il Consorzio europeo Eurofusion ha firmato il secondo Grant Agreement per lo sviluppo dell’energia da fusione del valore di oltre 1 miliardo di euro per gli anni 2021-2025. L’energia da fusione utilizza lo stesso processo che produce l’energia del sole e delle stelle e rappresenta una fonte di energia sostenibile, a basse emissioni di carbonio e praticamente inesauribile e con questo nuovo grant, che comprende un contributo europeo di oltre 550 milioni di euro dal nuovo programma quadro di ricerca Horizon Europe, Eurofusion coordinerà il programma di ricerca definito nella ‘Roadmap europea per l’energia da fusione’.
L’Italia, secondo partner più importante del Consorzio dopo la Germania, riceverà il 16% del contributo europeo, pari a circa 90 milioni di euro. Il Consorzio Eurofusion può contare su circa 4.800 scienziati provenienti da 30 istituti membri e 152 entità associate di 28 Stati europei (25 Paesi Ue, Regno Unito, Svizzera e Ucraina). “La rete italiana della ricerca sulla fusione, con oltre venti partner tra università, enti di ricerca e industrie coordinati da Enea, rappresenta un caso di successo in termini di contributo tecnico-scientifico al programma europeo, di trasferimento tecnologico e di crescita del sistema produttivo nazionale, con notevoli ricadute economiche” ha sottolineato Paola Batistoni, responsabile della Sezione Sviluppo e Promozione della Fusione di Enea. “Infatti, grazie alla lunga tradizione di stretta collaborazione tra i laboratori e l’industria, le aziende italiane si sono aggiudicate commesse industriali per un valore totale di oltre 1,3 miliardi di euro, circa il 50% del totale europeo, per la realizzazione del reattore sperimentale Iter attualmente in costruzione in Francia nell’ambito di un accordo internazionale” ha ricordato Batistoni.
Nei prossimi anni l’Italia continuerà ad avere un ruolo centrale nel panorama europeo con il nuovo impianto di ricerca Dtt (Divertor tokamak test facility), in costruzione nel Centro Ricerche Enea di Frascati grazie a un consorzio tra Enea, Eni e vari istituti e università italiani. Nell’ambito della Roadmap europea, Dtt studierà soluzioni per lo smaltimento della potenza per il reattore a fusione dimostrativo. L’Italia si è impegnata, d’accordo con i partner e con il contributo europeo, a costruire questa facility per un investimento totale di circa 600 milioni di euro. Dtt rappresenta un’importante opportunità di crescita per il sistema ricerca italiano e sfrutterà al meglio le competenze conseguite dall’industria e dai laboratori di ricerca italiani nel programma.
Enea con i Centri di Ricerca di Frascati e del Brasimone è un punto di riferimento di eccellenza, tra i primi a realizzare impianti per lo studio dei plasmi a confinamento magnetico, e fornisce contributi determinanti nei campi della superconduttività, dei componenti interfacciati al plasma, della neutronica, della sicurezza, del ciclo del combustibile e della fisica del plasma. La fusione potrà contribuire alla completa decarbonizzazione della produzione di energia elettrica affiancando le fonti rinnovabili e fornendo il carico di base, ossia la potenza minima che deve essere sempre disponibile sulla rete elettrica.
“Mi congratulo con il consorzio Eurofusion per la firma del nuovo accordo e auguro il miglior successo nell’attuazione del programma di ricerca sulla fusione dell’Ue per il 2021-2025. Questo accordo consolida la stretta collaborazione tra la comunità di ricerca europea sulla fusione e la Commissione nell’ambito Euratom. Gli ultimi sette anni hanno dimostrato l’efficacia di questa partnership e da ora fino alla fine del 2025, Eurofusion deve basarsi su questa conoscenza e avanzare in tutte le aree, in particolare a sostegno del progetto Iter” ha affermato Mariya Gabriel, Commissaria europea per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù.