POLITICA

Emergenze parallele una valanga di sfratti in arrivo

È urgente la solidarietà tra il proprietario e l’affittuario per tenere in vita settori economici strategici e l’immancabile presenza e sostegno dello Stato

Dopo un anno segnato da Emergenza-Covid i bilanci sono inquietanti: stanno per arrivare valanghe di sfratti per i ristoratori in affitto – dichiara Paolo Bianchini, presidente di MIO Italia – Movimento Imprese Ospitalità

Raffaele Panico

Roma, 15 marzo 2021, ancora un periodo rosso iniziato oggi, e un rosso profondo per l’economia: «nessuno ne parla, ma i piccoli imprenditori del comparto dell’ospitalità a tavola Horeca, non proprietari delle mura della propria attività, stanno attraversando delle enormi difficoltà, per usare un eufemismo. Pur non incassando nulla, o quasi nulla rispetto al periodo precedente alla pandemia, devono comunque pagare l’affitto. Per i locali dei centri storici, poi, il problema è ancora maggiore, quanto il canone da saldare ogni fine mese, assodata l’attuale inesistenza di flussi turistici e le nuove misure di restrizione. La questione degli affitti che grava come un macigno sulle vite di centinaia di migliaia di piccoli imprenditori non è stata presa in considerazione dallo Stato. Il risultato è drammatico: è previsto l’arrivo di valanghe di sfratti».

È quanto afferma oggi, primo giorno del nuovo confinamento-lockdown, Paolo Bianchini, presidente di MIO Italia il Movimento Imprese Ospitalità. Indubbiamente è a rischio un settore che vanta il 30% e più dell’economia-Italia considerato tutto l’indotto, dall’enogastronomia e non solo. Il dato è significativo e rischia di smaterializzare tutto il patrimonio delle radici del cosiddetto Made in Italy legato al bene del turismo straniero e nazionale in Italia. Il motore, il volano è legato non solo all’ospitalità, alberghi nelle “Cento città d’arte e cultura” ma sono molte di più, a cui vanno aggiunti i Borghi del Belpaese, l’agriturismo e il bene paesistico, pensiamo nel Lazio sud a gioielli come Ninfa, il Parco naturale del Circeo o le Abbazie cistercensi e via dicendo. A questo calo verticale dell’attività del settore Ho.re.ca sottolineato più volte dal presidente Bianchini, aggiungiamo i nostri artigiani -già provati prima dell’Emergenza Covid, ed ora a rischio “desertificazione” senza turisti stranieri, artigianato d’alto livello quali orafi, sarti, calzolai e tutti gli operatori di quel settore che riesce a produrre il “Bello Italico” fin nei centri più piccoli, nei paesi e borghi appollaiati dalle Alpi agli Appennini. Un patrimonio diremo museale a cielo aperto invidiato dal Mondo intero, un’accademia artistica tra capolavori di palazzi d’arte in ogni contrada d’Italia.

Nello specifico della nota odierna – Bianchini – puntualizza: «Lo Stato ha previsto la possibilità che l’affittuario possa usufruire del 60% del credito di imposta, cedendolo al proprietario e corrispondendo così il 40% del canone. Tale scelta, però, è rimessa alla discrezione dello stesso proprietario. Non c’è obbligo, purtroppo» – ha aggiunto Paolo Bianchini, che continua «Per un principio di equità e giustizia chiediamo un intervento dello Stato. Quest’ultimo, da arbitro giusto, dovrebbe dividere il danno provocato dalla pandemia, obbligando il proprietario a dimezzare il canone all’affittuario e, sul 50% elargito, applicare il 50% di credito d’imposta. In questo modo il proprietario potrebbe comunque far fronte ai suoi impegni economici, e l’affittuario avrebbe la possibilità di sopravvivere», ha spiegato Paolo Bianchini.

«Peraltro, è interesse anche del proprietario “tenere in vita” l’affittuario, perché a fine emergenza continuerà a percepire il mensile a pieno regime. Al contrario, se sfratta il locatario, difficilmente potrà trovare in periodo di pandemia un nuovo inquilino. Ma non finisce qui, purtroppo», ha proseguito Paolo Bianchini.

«Ci sono affittuari che possono chiedere lo sconto al proprietario e altri a cui non è concesso, come nel caso in cui il locatore sia un ente che non abbia facoltà di applicare riduzioni. Da qui l’urgente necessità di un intervento statale per fare giustizia, non considerando cittadini di serie A i proprietari e di serie B gli affittuari e tra questi ultimi cittadini di serie C quelli in locazione presso enti», così conclude Paolo Bianchini.