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Emergenza rifiuti dal 16 ottobre in 54 Comuni laziali: ecco il motivo

Nuova emergenza rifiuti in vista dal 16 ottobre in 54 Comuni che conferiscono presso la Rida Ambiente di Aprilia. La società avrebbe “ormai pressoché esaurito i propri sbocchi nelle discariche che finora hanno supplito alle perduranti inadempienze della Regione Lazio”, si legge nell’informativa inviata a tutti i Comuni, preannunciando la chiusura dal 16 ottobre “e per due-tre settimane”.

Ora le città “clienti” di Rida dovranno muoversi per tempo, per evitare che rimangano i rifiuti a terra. Tra le città coinvolte ci sono anche Aprilia, Anzio, Latina, Ariccia, Bassiano, Castel Gandolfo, Cisterna, Cori, Lanuvio, Marino, Nettuno, Nemi, Rocca Massima, Rocca di Papa, Roccagorga, Sabaudia, Pontinia, San Felice, Sezze, Sermoneta, Priverno.

Dal 15 luglio al 6 agosto 2021 Rida ha chiuso l’impianto, ufficialmente per manutenzione (nel pieno della stagione estiva);  Rida minaccia di chiudere nuovamente il suo impianto, “perché sostiene di non sapere dove conferire gli  scarti di lavorazione, ma probabilmente anche per esercitare pressioni sugli enti pubblici coinvolti”, sostiene il Comitato per la difesa del territorio di Anzio.

“Gli impianti TMB (trattamento meccanico biologico) come quello di Rida, separano l’indifferenziato in CSS/CDR (combustibile per inceneritori e cementifici, composto da carta e plastiche) e FOS (frazione organica stabilizzata), ossia la frazione organica presente nell’indifferenziato (che in realtà non ci dovrebbe stare), che viene essiccata ed appunto “stabilizzata”. Questa FOS non è ovviamente compost di qualità, in quanto inquinata da altri rifiuti. Agli impianti TMB serve una discarica ove conferire la FOS e altri scarti di lavorazione, cioè la restante parte dei rifiuti urbani trattati. Nel Lazio ci sono pochissime discariche funzionanti; La Regione Lazio e il comune di Roma hanno da poco riaperto con la forza la discarica esaurita di Albano-Roncigliano, nonostante la ferma opposizione dei sindaci del comprensorio e dei cittadini”.