“Gli sforzi di mediazione delle Nazioni Unite sono un passo significativo, purtroppo gli unici. Dobbiamo offrire al presidente Volodymyr Zelensky le assicurazioni necessarie, che i porti non verranno attaccati. E dobbiamo continuare a sostenere i Paesi importatori, come sta facendo l’Ue“.
Così poco fa il premier Draghi, aprendo i lavori della Ministeriale Ocse di Parigi, dove ha evidenziato che “I nostri sforzi per prevenire una crisi alimentare devono partire dai porti dell’Ucraina nel Mar Nero. Dobbiamo sbloccare i milioni di tonnellate di cereali bloccati lì a causa del conflitto“.
Quindi il presidente del Consiglio ha poi tenuto a rimarcare che l’Europa “ha approvato sei pacchetti di sanzioni, che hanno dato un colpo significativo alla Russia, ma – avvertito – affinché i nostri sforzi siano efficaci, devono essere sostenibili nel tempo e portare a bordo le economie emergenti e in via di sviluppo. Dobbiamo mettere la stessa determinazione che abbiamo messo nell’aiutare l’Ucraina nell’aiutare i nostri cittadini e quelli delle parti più povere del mondo“.
Quindi il capo del governo italiano ha poi affrontato il tema dell’inflazione, che incombe seriosa sull’Europa, spiegando però che non è per via del “surriscaldamento dell’economia” ma, a causa “di una serie di choc sull’offerta”. Infatti, ha aggiunto, “Se dall’inflazione nella Ue escludiamo energia e cibo, l’aumento dei prezzi è la metà. Un balzo significativo, ma molto meno che negli Usa. In alcuni Paesi la core inflation è anche più bassa. In Italia è stata del 2,9% in maggio”.
Del resto, tiene a rimarcare ancora il premier, la disoccupazione “è appena sotto il 7% nell’area euro, mentre i consumi sono tutti sotto i livelli pre pandemia”. Si tratta dunque di evidenti segnali che “c’è ancora capacità non utilizzata nell’economia. Quindi, almeno nell’Ue, l’inflazione in crescita non è un segno di surriscaldamento, ma il risultato di una serie di choc all’offerta. I salari devono recuperare il loro potere di acquisto, ma senza creare una spirale prezzi- salari, che provocherebbe tassi di interesse ancora più alti“.
Altro capitolo fondamentale per il percorso di crescita dell’Europa, ha poi ricordato Draghi, il clima. “L’emergenza determinata dal conflitto in Ucraina non deve essere una scusa per tradire i nostri obiettivi climatici, ma un motivo per raddoppiare i nostri sforzi. La Covid-19 ha rivelato le fragilità dei sistemi sanitari. Vogliamo sostenere gli investimenti, per aumentare la preparazione alle pandemie. Accelerare la transizione energetica è essenziale. Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza dalla Russia. Dobbiamo facilitare l’espansione delle energie rinnovabili, in Paesi a basso e alto reddito. Dobbiamo promuovere la ricerca e sviluppo in nuove tecnologie energetiche pulite”. Quindi, ha concluso Draghi, “Questo significa rafforzare l’architettura per l’idrogeno verde, aumentare l’efficienza, sviluppare reti intelligenti“.
Max