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Embargo petrolio russo, Orban scrive ‘giustamente’ alla Leyen: “Sarebbe come una bomba atomica lanciata sull’economia ungherese”

E’ innegabile, e in Italia ne sappiamo qualcosa, che le continue sanzioni che Bruxelles continua a comminare nei confronti della Russia, finiscano per danneggiare anche le nostre economie.

C’è inoltre da considerare che, all’interno dell’Europa, vi sono diversi paesi che – malgrado la buona volontà – non possono permettersi tali soluzioni, pena il tracollo dell’economia interna.

Tra questi, apprendendo i contenuti del sesto pacchetto appena licenziato da Bruxelles, l’Ungheria la quale, attraverso il suo primo ministro ha da subito spiegato ‘l’insostenibilità’ di tali soluzioni.

La guerra e le sanzioni hanno purtroppo evidenziato le enormi lagune che rendono ancora l’Europa soltanto un patto politico…

Una protesta ‘legittima’ quella di Budapest, purtroppo tutto questo sta evidenziando i grandi limiti di un’Europa, di fatto unita ‘solo politicamente’. Per coronare le ambizioni che tutti nutrono, urge infatti pianificare una comune linea che compatti i vari paesi membri attraverso l’economia, le politiche sociali, la Sanità, ecc., ed anche la creazione di un comune ‘esercito’.   

Orban: “La Commissione europea ha attaccato l’unità dell’Europa, emersa sull’Ucraina dopo l’invasione russa”

Infatti oggi da Budapest, il premier Viktor Orban ha inviato una lettera alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, esprimendo le sue “preoccupazioni collegate alle sanzioni che prevedono un embargo sull’importazione nell’Ue di petrolio dalla Russia”.

Come spiega Orban alludendo alle sanzioni, “sarebbe come una bomba atomica lanciata sull’economia ungherese” in quanto, articola il premier, ora come ora l’Ungheria non saprebbe come sostituire le importazioni di petrolio russo, “neanche nei 20 mesi contemplati per l’Ungheria. In base ai nostri calcoli ci servono cinque anni per il passaggio, quindi non serve a nulla un rinvio di un anno o un anno e mezzo”. Dunque, ha poi sostenuto ancora Orban nel corso di un intervento, si tratta di una proposta  da “Rispedire al mittente”. Del resto l’Ungheria ha mostrato la sua buona volontà, sostenendo sin qui tutte le sanzioni precedentemente licenziate dalla Ue. Tuttavia, ha tenuto a rimarcare, ”Anche allora abbiamo detto che c’è una linea rossa che non va superata, è il settore energetico“. Agendo in questo modo, ha poi concluso Orban, “la Commissione europea ha attaccato l’unità dell’Europa, emersa sull’Ucraina dopo l’invasione russa”.

Kossuth: “Il petrolio può arrivare in Ungheria solo tramite un oleodotto, ottenerlo in altri modi è possibile, ma sarebbe molto costoso”

Dal canto suo, da Budapest, Kossuth aveva replicato al sesto pacchetto Ue sostenendo che si trattava di una proposta annunciata “senza alcuna consultazione. Il petrolio può arrivare in Ungheria solo tramite un oleodotto e per questo una proposta che ignori questa circostanza è una seria minaccia all’economia dell’Ungheria. E’ possibile ottenere il petrolio in altri modi, ma sarebbe molto costoso”. Quindi aveva anche affermato che, diversamente, “Se la proposta è nell’interesse dell’Ungheria  saremo felici di discuterne“.

Il portavoce Ue: “Abbiamo detto dall’inizio che capiamo che alcuni Stati membri sono in situazioni specifiche, discutiamone”

Nel rivelarlo alla stampa, Eric Mamer, portavoce capo Ue, ha spiegato che “Abbiamo detto dall’inizio che capiamo che alcuni Stati membri sono in situazioni specifiche a causa della geografia e della dipendenza dagli oleodotti che li collegano alla Russia. Ne abbiamo tenuto conto nella proposta e abbiamo pensato a questo prima di presentare la proposta, ma non negoziamo prima di presentare il pacchetto. Abbiamo condotto intense consultazioni, spiegando agli Stati qual è il nostro pensiero e la logica dietro le misure che ora i Paesi membri stanno discutendo”.

Il portavoce Ue: “Crediamo che sia fattibile: servono discussioni, ma siamo fiduciosi che si arriverà ad una soluzione”

Dunque, ha aggiunto Mamer, “quando crediamo che tutti siano stati bene informati presentiamo la proposta. E’ un processo molto trasparente, ma non vuol dire che c’è l’unanimità prima di presentare la proposta, perché ciò vorrebbe dire capovolgere il processo istituzionale europeo”. Certo, ha poi ammesso il portavoce, ”Le discussioni continuano e la riunione del Coreper è finita da poco. Suppongo che continueranno più tardi, vediamo dove ci portano. Cerchiamo un modo di tagliare il flusso di denaro che finanzia la guerra di Putin. Crediamo che sia fattibile: servono discussioni, ma siamo fiduciosi che si arriverà ad una soluzione“.

Orban non condivide l’attacco al Patriarca Kirill: “Non sosteniamo l’inclusione di leader della chiesa nella lista delle sanzioni”

C’è inoltre da sottolineare che, oltre agli evidenti problemi economici che le sanzioni rappresentano per il suo paese, in realtà Orban ha anche non digerito il fatto che nel pacchetto viene penalizzata anche la chiesa ortodossa:Non sosteniamo l’inclusione di leader della chiesa nella lista delle sanzioni“, alludendo alle sanzioni contro il Patriarca Kirill. Dopo aver ribadito che Budapest, “mantiene una posizione di pace”, Orban ha chiesto di limitare a questo la situazione, perché “I russi hanno attaccato l’Ucraina, E’ una guerra tra Russia e Ucraina, non è la nostra guerra”.

Max